Ora ci si mettono anche gli storici del territorio a invocarne la distruzione…

Rimigliano: l’intervento di Gianfranco Benedettini, storico del territorio
Sono d’accordo  con quanto ha dichiarato Marco Valtriani della Cna provinciale, a proposito degli interventi che dovrebbero iniziare a Rimigliano. Non parlo della zona acquisita al patrimonio pubblico, agli inizi degli anni 70 del secolo scorso, contrassegnata dai cartelli gialli con la scritta «Qui la natura è protetta». Parlo dell’altra parte di Rimigliano che non è passata nelle mani del Comune per due motivi molto semplici. Il primo: non ci sono stati i soldi da impegnare nell’area di proprietà privata che, a tutt’oggi, continua ad essere tale in virtù dei ben noti passaggi di proprietà. Il secondo: non ci sono stati scambi soddisfacenti fra Comune e proprietari come avvenne per la fascia costiera. Sulla Rimigliano privata si sono alternate ben sei campagne elettorali i cui risultati sono noti a tutti. I comunisti e i loro eredi, più o meno mascherati sotto sigle diverse, hanno sempre vinto.

Le leggi elettorali in vigore impongono programmi e uomini capaci di realizzarli. Le ultime quattro elezioni si sono soffermate a lungo sulla Rimigliano privata: chi voleva trasformare una parte di essa a scopi turistici ha vinto. Chi voleva trasformarla in parco o cose del genere ha perso. Penso che chi ha vinto debba essere coerente con il suo programma. In questa zona si fa ancora agricoltura a differenza di quanto è avvenuto a Poggio all’Agnello dove non si faceva più da decenni. Penso che dopo la realizzazione del progetto approvato, l’attività agricola continuerà ad essere svolta anche se le case dei contadini sono disabitate da decenni e stanno andando in rovina. Nel 1961, gli occupati del settore erano il 21,7% della popolazione. Nel 1991 si erano ridotti al 4,4%, forse oggi sono ancora meno. Di grazia, che dovrebbe fare agricoltura nelle due parti di Rimigliano privata? La proprietà ha presentato il suo progetto. Il Comune lo ha approvato, lo ha «osservato», lo ha modificato, lo ha di nuovo approvato, modificandolo ancora. Sono passati molti anni.

In qualunque stato europeo quel progetto sarebbe terminato. Da noi, no. Ora è nelle mani della Regione. Lo compri lei, la Regione e ci faccia un Parco. Sappiamo che non può. Il suo potere è di «osservare» e modificare passando sopra la volontà del Comune. Il Forum del centrosinistra conduce la sua battaglia. Fa bene, se ci crede. Oltre a quelli esistenti, sono sorti altri comitati sull’onda delle buone cose ottenute (lo dicono loro) su Baratti. Però, Rimigliano è proprietà privata, Baratti non lo è. La differenza è questa. Credo che il Comune debba fare quello che ha fatto Piombino per Poggio all’Agnello. Conceda e controlli. I privati, a Poggio all’Agnello, hanno fatto un ottimo lavoro. Sono convinto che possa ripetersi anche a Rimigliano. Ne troverà giovamento l’occupazione e il turismo. Di questi tempi non è poco.

La Nazione 23.7.2011

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