«Paradu vittima di un clamoroso equivoco, lo dimostreremo.”

«Paradu vittima di un clamoroso equivoco, lo dimostreremo.”

Stessa spiaggia, stesso mare. Una corsa contro il tempo per non perdere l’appuntamento con l’estate 2015. E l’impegno concreto a ripartire, riattivando – già da questa mattina – i contratti di lavoro per gli undici operai manutentori della società Medonoratico srl, titolare del Donoratico Paradu Resort, l’ecovillage a quattro stelle sorto sulle ceneri dell’ex club Med e in parte dissequestrato dal giudice Beatrice Dani, a tre mesi e mezzo dal blitz del 3 dicembre scorso quando, su mandato della Procura livornese, i carabinieri misero sotto sigilli la struttura.

Non si fa abbattere l’amministratore unico Riccardo Mariotti. Il dissequestro della zona già costruita (393 casette, più ristornante, market, piscine, self service, teatro etc e di una parte dell’area ancora da costruire in cui insistono le infrastrutture di servizio (acquedotto etc.) consentono ora di iniziare a pensare alla prossima stagione.

Allora, signor Mariotti, a che punto siamo?
«Sono cadute le accuse più pesanti, mentre rimangono in piedi alcuni aspetti di danno ambientale.Sostanzialmente ci imputano di aver tagliato le dune per la costruzione dei manufatti, ma noi riteniamo che questo danno ambientale sia da attribuire alla precedente gestione. L’ex Club Med, aveva 250 manufatti in cemento armato, con tanto di fondamenta per costruire le quali sono state spianate le dune. Ma non l’abbiamo fatto noi. Naturalmente tutto questo sarà materia dell’incidente probatorio. Il giudice Dani ha nominato due periti, un architetto ed un geologo e, supportato anche dai nostri periti, dovrà stabilire se archiviare o meno».

A parte gli aspetti tecnici e penali, per riaprire in tempo con l’inizio della stagione turistica che difficoltà ci sono?
«Per quanto riguarda la prossima stagione, noi siamo tutti concentrati per vedere di farla. Il gruppo Falkesteiner, interessato alla gestione del Paradu per otto anni, e per 40 milioni di euro, aveva dato come data ultima per confermare l’affidamento il 26 febbraio. Quindi il termine è già scaduto, anche se di poco. Ora stiamo provando a vedere se riusciamo comunque a rientrare nei tempi. Altrimenti andremo alla gestione diretta, ma certo quest’estate la struttura riaprirà».

Avete avuto attestazioni di solidarietà in questi mesi?
«Davvero tante, tantissime. Qui a Castagneto è partita una raccolta di firme, con oltre 2.800 sottoscrizioni, intitolata Io sto col Paradu. Il sostegno da parte della gente non è mai venuto meno. Ed è importante. Chi ci ha denunciato, probabilmente, una realtà come il Paradu neanche l’ha mai vista. Certo, non esiste in nessun’altra parte d’Europa che un giudice penale arrivi e ti sequestri in via preventiva un bene, quando hai avuto tutte le autorizzazioni del caso in tutte le sedi. E senza che si sia di fronte a condanna neanche di primo grado. Poi gli stranieri dovrebbero venire ad investire nel nostro Paese?».

pa.zer – La Nazione 11.3.2015

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