Piano del paesaggio, irrompe il ministro Franceschini: voglio vederci chiaro

Piano del paesaggio, irrompe il ministro Franceschini: voglio vederci chiaro

Franceschini, colpito da polemiche e proteste, avverte la Regione: i miei tecnici lo leggeranno articolo per articolo.

Dario Franceschini, ministro per i Beni culturali, vuole vederci chiaro sul piano del paesaggio della Regione. «Conosco e rispetto la sovranità del consiglio regionale toscano ma perché il piano abbia anche la firma del Mibact bisogna avere la certezza che il testo finale rispetti pienamente le norme del codice dei beni culturali», ha sottolineato Franceschini.

Troppe le polemiche e le proteste
Da Alberto Asor Rosa a Dacia Maraini, da Fulco Pratesi a Salvatore Settis e Vittorio Emiliani, per citare solo alcuni dei personaggi che in queste settimane hanno lanciato l’allarme contro il rischio che il piano possa essere stravolto e finire per sfregiare una delle regioni più belle al mondo.

Così ieri, nell’incontro con il presidente della Regione Enrico Rossi e l’assessore Anna Marson, ha detto subito che la loro non poteva essere una passeggiata. No, il ministro il piano di oltre tremila pagine lo vuole leggere, articolo dopo articolo.

Tecnici al lavoro
La legge parla chiaro: per la parte dei vincoli (il 70% del piano) la Regione è obbligata a trovare l’intesa con il ministero. Franceschini lo ha ribadito perché fosse chiaro a quanti nel Pd toscano sostengono che il governo non può imporre «il suo piano».

E allora al lavoro
«Metterò i miei tecnici a revisionare il piano per arrivare ad un testo condiviso che rispetti pienamente le norme del condice dei beni culturali», ha spiegato il ministro Franceschini, che ieri sera ha partecipato a Porta a porta ad una trasmissione sulle bellezze italiane con il presidente del Fai Andrea Carandini, intervenuto più volte in difesa del piano della Marson.

Il piano slitta
Tre giorni. Ieri, oggi e domani. Come minimo. A Rossi non è rimasto che avvertire il consiglio regionale, dove oggi si sarebbe dovuto discutere e approvare il piano, per farlo slittare alla prossima settimana. Nel contempo il governatore ha diramato un laconico comunicato perché nè lui e nè la Marson hanno intenzione di parlare fino alla conclusione della verifica con Franceschini. «Adesso siamo chiamati a fare un bel piano del paesaggio ed è questo il traguardo che vogliamo tagliare. Ne abbiamo discusso con il ministro Franceschini così come con la società toscana. Vogliamo portarlo in approvazione in consiglio entro la legislatura con l’intesa con il Ministero dei beni culturali. Franceschini è d’accordo e continueremo a lavorare», ha fatto sapere Rossi. Poi bocche cucite, lavoro sodo con i tecnici ministeriali e alle 19 il governatore e la Marson sono saliti sul Frecciarossa per tornare a Firenze, ma domani saranno di nuovo a Roma.

Franceschini ha definito «molto positivo» l’incontro con Rossi, e non poteva essere altrimenti. Ma è stato perentorio nel ribadire il ruolo del ministero. Parole come miele per le orecchie della Marson che, in minoranza in giunta e nella maggioranza, conta nell’appoggio del ministro per non farsi stravolgere il piano.

Occhi puntati sulla Toscana
Rossi da lunedì lavora da mattina a sera solo sul piano. Non tralascia una pagina. «Sono rimasto sorpreso dall’impegno che ci sta mettendo non delegando niente. Vuol esaminare lui ogni punto controverso», racconta il consigliere Marco Manneschi. Il governatore sa che il piano del paesaggio avrà gli occhi puntati dell’opinione pubblica nazionale e anche mondiale per il forte richiamo della Toscana. Però è anche stretto dal Pd che ha proposto emendamenti per attenuare i vincoli della Marson e dalle categorie economiche, dai proprietari delle cave di marmo a quanti lavorano a ridosso della spiaggia, dai viticoltori ai florovivaisti.

Venturi: niente azzeramenti
Gianfranco-Venturi-XLGianfranco Venturi, presidente della commissione ambiente, ha già fatto sapere che al netto degli emendamenti che potrebbero essere proposti dopo l’incontro tra Franceschini e Rossi, porterà in aula il piano del paesaggio «così come uscito dalla votazione in commissione». E aggiunge: «Da un punto di vista procedurale una volta che un provvedimento è passato in commissione poi deve essere portato in aula. Non esiste una fase di ulteriore compensazione o rielaborazione, si va in aula con il testo approvato dalla commissione. Poi l’aula è sovrana e si possono presentare gli emendamenti. Naturalmente con il ministero ci deve essere una ragionevole trattativa sugli emendamenti da presentare e se Rossi riporta una ragionevole richiesta di cambiamento su alcuni punti, io sono per votarla. Non sono invece d’accordo a mandare alle ortiche tout court tutto il lavoro fatto in commissione».Parole che suonano come un avvertimento: il piano uscito dalla commissione non può essere stravolto. Neppure da Franceschini.

Mario Lancisi- Il Tirreno 18.3.2015

image_pdfSalva Pdfimage_printStampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *