Piano paesaggistico, la rabbia di Legambiente

Piano paesaggistico, la rabbia di Legambiente

«Passo indietro preoccupante, evidentemente compiuto per fini elettorali dal Partito democratico della Toscana». È un giudizio chiaro, quello che Umberto Mazzantini, responsabile nazionale di Legambiente per le isole minori, dà sulle ultime evoluzioni assunte dal piano del paesaggio in corso di approvazione in Regione.

Legambiente ha fin da subito apprezzato il lavoro compiuto dall’assessore regionale all’urbanistica Anna Marson, appoggiato fino all’ultimo da Rossi che poi ha cambiato repentinamente idea, considerando il piano come un atto deciso per la tutela del paesaggio e, finalmente, come un freno allo sfruttamento scellerato del territorio.

Eppure, a un passo dall’approvazione, l’impalcatura del Pit rischia di essere stravolta sulla base di un maxi emendamento presentato dal Pd regionale. «I nodi principali, che interessano anche l’Elba, sono quelli delle cave e dell’assist alle privatizzazioni delle spiagge – commenta Mazzantini – il ricorso al Tar di Portoferraio? Non c’entra praticamente niente con quanto sta accadendo in questi giorni. Stiamo assistendo semplicemente a un cedimento “elettorale” di Rossi al suo partito che rischia di mandare all’aria un lavoro ben fatto. Basti pensare che il ministero ha appena dato l’ok al piano del paesaggio della Puglia, il primo in Italia, che in larga parte è stato copiato da quello toscano, ora per Renzi sarà difficile giustificare un sì al piano toscano che nella versione precedente era stato concordato con il ministero dei beni culturali. Dal suo punto di vista Marini ha comunque ragione ad essere soddisfatto, la situazione dal punto di vista politico sembra paradossale: Rossi per giustificare un dietrofront, che contiene in gran parte i “suggerimenti” di Forza Italia, cita Marx, ma riceve l’appoggio di Fratelli d’Italia e dell’Udc e rompe con la Sinistra, il suo assessore e tutto il movimento ambientalista».

Insomma, per il responsabile di Legambiente, il dietrofront in atto in Regione nasconde un rischio concreto per il paesaggio toscano, compreso quello elbano.

«A livello generale l’epilogo può essere quello di “tanto rumore per nulla” dopo un iter lunghissimo e tanto lavoro – spiega Mazzantini – con l’allentamento dei vincoli si intendono trasformare le prescrizioni in consigli. Tutto ciò finirebbe per generare solo tanta confusione, difficoltà interpretative, ricorsi, si tornerebbe al caos che fa comodo ai soliti furbi, allo stesso “buco” nella legge che si voleva riformare perché inefficace. Se sarà approvato il maxi emendamento Pd, ci potrebbero essere procedure di infrazioni Ue, mentre a questo punto da parte nostra è difficile pensare alla stessa sopravvivenza del Parco regionale delle Apuane».

Il Tirreno 24.2.2015

 

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