Proporre e pensare nuovi modelli di sviluppo – Scrive l’arch. Massimo Cionini

Vi seguo sul blog e sostengo le vostre cause contro la cieca speculazione in Val di Cornia.
Colgo l’occasione per citare due avvenimenti di questi ultimi giorni che dovrebbero far riflettere amministratori e cittadini sul cambio
epocale a cui siamo confrontati, volenti o no:

– la crisi dei mercati finanziari internazionali, alla cui base sta il fallimento della bolla speculativa immobiliare degli Stati Uniti. Mi pare che questo dimostri ancora una volta che l’immobiliare, inteso come mero bene di consumo e sul quale lucrare, sia di un’estrema fragilità, e che questo periodo nero per l’economia faccia scontare ai mercati il contorto sistema secondo il quale si produrrebbe ricchezza vendendo a prezzi elevatissimi (a gente che non ha soldi), beni che compromettono definitivamente risorse non rinnovabili (la superficie terrestre).

– la tromba d’aria che ha investito ieri San Vincenzo, un fatto che a memoria d’uomo non si ricorda essere avvenuto da queste parti, e che
probabilmente ci mette di fronte a nuovi aspetti, sempre più tangibili, dei cambiamenti climatici che l’uomo sta provocando sulla terra.

Credo che, oltre che criticare e cercare di portare alla luce gli aspetti volutamente tenuti nascosti alla popolazione delle scelte delle nostre amministrazioni, dovremmo continuare con più forza a proporre e pensare nuovi modelli di sviluppo, volti alla sicurezza di poter mantenere sul territorio le produzioni agricole che garantiscono, quelle sì, ricchezza duratura e reale e autosostentamento delle popolazioni su base locale. E poi a cercare di invertire la rotta delle politiche di sviluppo. Ben vengano gli imprenditori a investire in cultura, formazione, ricerca, arte, cinema, editoria, pubblicità, in sostenibilità! cioè in quei settori dell’attività umana che sono più avanzati, basati sull’attività intellettuale, e che generano ricadute occupazionali di qualità, che innalzano il livello culturale degli abitanti e che sono i settori più redditizi a livello globale. Questo tipo di attività, a scala locale, garantirebbero oltretutto un ritorno economico anche a quegli operatori commerciali che lavorano di fatto tre mesi all’anno, negozi, servizi e persino alberghi, affittacamere e agriturismi, evitando di acuire la ciclicità funzionale del nostro territorio che ne compromette il funzionamento economico e la solidità sociale.

Pensiamo a quali sono i valori della nostra terra e investiamo sulle conoscenze che abbiamo per svilupparle, diffonderle e venderle. Il
mercato della conoscenza è il forse il nostro futuro, ma basta girare l’angolo e andare in Germania, in Spagna, in Francia per rendersi
conto che altrove è già il presente e che è la sola strada che ci può portare a uno sviluppo sano e a una vera valorizzazione del territorio, ben diversa dal modo in cui continuiamo a offrirlo in pasto ai voraci appetiti di imprenditori che mirano solo al guadagno immediato e a qualsiasi costo.

Massimo CIONINI,  Architetto

San Vincenzo

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