Rimigliano, avanti fra le polemiche. Affollata e combattuta assemblea sulla variante che darà via al progetto

Martedì sera, in una sala consiliare Torre gremita, l’amministrazione comunale ha presentato ai cittadini il progetto della variante di Rimigliano, ultimo passo di un iter iniziato oltre 5 anni fa. Fra il pubblico anche Maurizio Berrighi, uno dei proprietari della Tenuta, Matteo Tortolini del Pd, l’ex sindaco Roventini. In un clima di forte tensione, ha aperto gli interventi il sindaco Biagi.

«È valsa la pena – ha detto – lavorare per 6 anni a questo progetto. Non abbiamo mai nascosto niente a nessuno, e ci siamo sempre confrontati con la Regione e con le nuove linee guida dettate da Enrico Rossi. Questa è una grande opportunità di lavoro per molti». Biagi ha poi evidenziato i punti principali dell’intervento. «Attraverso la Tenuta – ha detto – mettiamo in relazione il mare con le colline. Stiamo acquisendo tutte le aree a mare di Rimigliano e 450.000 mq di aree boscate, e abbiamo già acquistato l’ex scuola, che sarà messa a disposizione della Parchi Val di Cornia per fini culturali. Sarà un nuovo modello di turismo, legato alla cultura, all’agricoltura, al trekking, alle piste ciclabili, all’ippovia, con sistemazione dei parcheggi per dare la possibilità ai cittadini di fruire della Tenuta. La spiaggia non sarà toccata – ha concluso – almeno fino a quando ci sarò io».

La Tenuta, la cui superficie è di 568 ettari (un quinto circa del territorio comunale), va dal fosso Botro ai Marmi al fosso dell’Acqua Calda, con il limite a mare costituito dalla via della Principessa e, a monte, dalla ferrovia. La stima del patrimonio edilizio esistente è di 17.000 metri quadrati, con 7 nuclei poderali per 8 ettari totali.

«Ci interessa – ha detto Stefano Giommoni, che ha elborato per il Comune il piano di Rimigliano – che l’agricoltura rimanga, ma non a fini produttivi, quanto piuttosto per mantenere valori paesaggistici e ambientali. Non ci sarà consumo di suolo, ma riutilizzo dei 17.000 mq di edificazioni esistenti». Per ciò che concerne l’albergo previsto (6.000 mq con 150 posti letto), Giommoni ha detto che sarà costruito all’interno del nucleo poderale Poggettino Contessa Lea. «L’albergo – ha detto Giommoni – costituisce l’unica superficie a fini extra-agricoli, ed è stato voluto dall’amministrazione per incentivare il turismo».

Nicola Bertini, del Forum di centrosinistra, ha denunciato un’omissione di numeri e dettagli nella riunione della Commissione urbanistica che egli stesso presiede e che aveva avuto luogo 3 ore prima. «Tutti questi numeri – ha detto – non sono usciti fuori nella Commissione urbanistica: non si sapeva nulla, e ora si sa tutto. Non ci sarà alcuna rivitalizzazione dell’agricoltura, e la fruibilità della Tenuta è vincolata ad un eventuale futuro regolamento Anpi della Regione. Ad oggi non esiste neanche l’Anpi della fascia a mare. E la spiaggia? Sarà privatizzata – ha proseguito – perché si creano necessità di accesso al mare per i proprietari delle lussuose residenze».

Poi è intervenuto Alberto Primi del Comitato per Campiglia: «Da ciò che si è capito – ha detto – le aree boscate diventeranno il grande giardino degli interventi edilizi. Se 17.000 mq saranno utilizzati per le costruzioni, non capisco quanto sarà utilizzato per l’agricoltura. Se poi l’agricoltura non avrà valore produttivo, allora dove saranno i posti di lavoro stabili?».

La sala si è animata. Si sono espressi molti dubbi, ma anche pareri favorevoli alla variante, come quello di Loriano Tosi, della Fillea-Cgil, che ha messo in evidenza come dall’iniziale “progetto Ecodomus”, che prevedeva 52.000 mq di costruzioni, si sia scesi a 17.000, sostenendo inoltre che «il territorio ha urgente bisogno di posti di lavoro». Anche Livio Cristiani della Confesercenti è intervenuto a favore del progetto, auspicando tempi brevi per l’adozione e la realizzazione.

Alla fine, l’assessore Alessandro Bandini ha ribadito che non vi sarà costo alcuno per l’amministrazione. «Tutto è a carico della proprietà. Il parco naturale resterà tale, fruibile da tutti, e la spiaggia non verrà toccata». La sala si è poi svuotata ma il dibattito si è trasferito fuori dalla Torre, fino a notte.

Il Tirreno 9.9.2010

Rimigliano, restano i poderi e nessuna modifica alle spiagge

San Vincenzo: il sindaco Biagi ha spiegato il nuovo piano

A SALA consiliare de «La Torre» si è dimostrata largamente insufficiente per ospitare l’atteso incontro pubblico sulla variante al regolamento urbanistico interessante la ex Tenuta di Rimigliano da noi, nei dettagli, già anticipato. Tante persone hanno partecipato all’iniziativa. Ampia l’esposizione, prima da parte del sindaco Michele Biagi, e poi dall’architetto Stefano Giommoni che è andato ad esporre le singole aree poderali dove si dovrà intervenire nel «recupero» di vecchi fabbricati avendo ognuna di queste particolari caratteristiche da rispettare di un’area complessiva di 568 ettari di cui 183 sono le aree boscate, 377 quelle agricole e 8 costituite da nuclei poderali con un patrimonio edilizio esistente di 17 mila metri quadri.

LA FILOSOFIA di base dovrebbe esserte quella di far ruotare gli elementi intorno all’agricoltura e non il contrario; elementi di valore che sono conseguenza del patrimonio culturale storico aziendale; valori paesaggistici ambientali e per questo –è stato detto- deve in questa fase rimanere il ruolo attivo dell’agricoltura e l’unità fondiaria rappresenta un valore da esaltare con le scelte urbanistiche poderali.

Il recupero degli edifici mantenendo integralmente le loro strutture abbattendo solo quelle di annessi che sono sicuramente meno importanti. Ogni nucleo poderale seguirà parametri urbanistici e la superficie coperta da mantenere con quelli da ricostruire con regole da seguire.

PARTICOLARE attenzione all’intervento turistico ricettivo (6000 metri) che sarà attuato all’interno di una unità poderale. Nella presentazione sono stati fatti i parametri rispetto al vecchio piano Parmalat dove si prevedevano, per l’albergo, 15.000 metri con aggiunti 3000 di servizi collegati. Numerosi gli interventi molti favorevoli dove si esaltavano le possibilità di creazione posti lavorativi non solo nel periodo della «ristrutturazione» ma anche a regime nel contesto delle manutenzioni e delle attività lavorative. Sono stati sollevati dubbi non tanto nel recupero dell’esistente quanto nelle nuove realizzazioni in sostituzione degli annessi che stravolgono la tenuta, ed ancora qualcuno avanzava perplessità nel conciliare e quindi coordinare il fattore agricolo con gestione unitaria, con quella alberghiera ed ancora, l’utilizzo della spiaggia con eventuale concessione privata dell’arenile.

DUBBI, quest’ultimi prontamente fugati con la certezza — è stato detto — di non prevedere nel piano spiaggia ulteriori concessioni rispetto a quelle esistenti. Interventi favorevoli sia da parte della Cgil, Cna, ed anche la Confesercenti di zona intervenuta con Livio Cristiani ha dato una valutazione complessivamente positiva di questa operazione, che interessa l’intera Val di Cornia con l’impegno di verificare che ciò che è scritto sulle carte venga puntualmente realizzato. L’aspettativa — è stato detto — è quella di una ricaduta economica positiva su tutto il territorio attraverso l’attuazione di una filosofia imprenditoriale dove il privato sappia contemplare i suoi interessi con quelli della comunità. Sono auspicate opportunità di lavoro per le imprese commerciali, turistiche, dei servizi ed artigianali ed impiego di manodopera locale, in linea con le politiche di aumento del numero dei residenti, che esigono posti di lavoro.

Piero Bientinesi
La Nazione 9.9.2010

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