Rimigliano e porto, nessun pentimento

Il sindaco Biagi: «Sulla Tenuta lavoreremo in sinergia con la Regione»

Ricorsi persi, agitazione dei dipendenti, canone demaniale del porto troppo alto ecc. Non è un ottimo periodo per l’ammistrazione comunale. Ma il sindaco Michele Biagi lo considera tutto sommato simile ad altri. «Quando si governa un territorio – sostiene – è normale affrontare problemi e cercare di risolverli al meglio. Sui ricorsi persi dal Comune, non so a quali ci si riferisca, perché nel più recente (stabilimento “Bahiahybe”) il Tar ha annullato un parere della Sovrintendenza».

«Nel caso dei dipendenti comunali, non è una questione di competenza politica, ma tecnica – spiega in sindaco – Ma anche quando non le compete, la politica deve provare a tenere al centro il dialogo, perché se c’è la volontà di trovare soluzioni, i risultati vengono».

In cosa consistono i contributi inviati dalla Regione sul piano della Tenuta?

«In diversi punti, due dei quali rilevanti e da accogliere. Il primo riguarda la necessità di un quadro conoscitivo dettagliato per ogni luogo della Tenuta (vegetazione e paesaggio). Tutta la documentazione è pronta per essere inviata in Regione, ed è necessaria per adottare la variante. L’altro punto consiste nella verifica degli interventi in ogni nucleo poderale».

Nel percorso partecipato al piano strutturale, i cittadini si sono espressi sul lasciare intatta Rimigliano e sullo stop alle seconde case. Tuttavia, la costruzione di seconde case prosegue e il piano sarà attuato.

«La Tenuta di Rimigliano non ha fatto parte del percorso partecipato perché la variante fu approvata nel 2007. Nel piano partecipato viene evidenziata l’importanza del parco naturalistico, con il mantenimento delle spiagge libere e tutela del paesaggio. Inoltre si chiede una netta frenata alla costruzione di seconde case. Le linee guida emerse dovranno essere al centro dei progetti che porteremo avanti. Continueremo il percorso di partecipazione anche durante la fase del nuovo regolamento urbanistico».

Anche quest’inverno nel centro ha regnato la desolazione. Si parla da anni di destagionalizzazione, ma niente è cambiato.

«E’ un momento difficile per tutti, non solo per San Vincenzo. Ma non possiamo dire che nulla sia cambiato. Le presenze di sono aumentate dal 2004 ad oggi, ed è cresciuto un turismo diverso, quello dei mesi di aprile, maggio, settembre, ottobre e dicembre. Sono dati su cui è importante lavorare. Un contributo può venire dai avori di riqualificazione del centro urbano».

Come ha preso la notizia della quarta Bandiera nera di Legambiente?

«Rispettando la diversità di opinioni. Confermo la volontà di portare avanti le mie idee ricercando la massima condivisione possibile. La variante della Tenuta ne è una dimostrazione. È normale che vi siano idee che non trovano tutti d’accordo».

Ha detto di aver collaborato sul piano della Tenuta anche con Italia Nostra, Wwf e Legambiente. Tuttavia, tutte e tre continuano a mostrarsi contrarie.

«Non ho parlato di collaborazione, ma di confronto. E questo c’è stato. Se il risultato è la Bandiera nera, non ne faccio un problema e vado avanti con i programmi.

Perché, nonostante i molti dipendenti, il Comune ha deciso di esternalizzare così tanti servizi?

«Il Comune ha un numero di dipendenti inferiore al tetto previsto dalla legge, ed ognuno ha una sua funzione. Le esternalizzazioni sono affidate a cooperative sociali e associazioni, ed avvengono perché i Comuni hanno un tetto sul numero dei dipendenti e le assunzioni sono bloccate.

Il porto non è terminato e i negozi non sembrano aver avuto troppa fortuna. Con un canone demaniale di quasi 400mila euro l’anno, il Comune ha perso quattro quinti dei guadagni assicurati da Sales. Non tornerebbe indietro?

«E perché? Al contrario. Dovranno essere completati presto gli arredi, piazze e viale Marconi. Occorre dotare il porto di eventi e servizi che, con il centro urbano, facciano lo vivere tutto l’anno».

La sentenza persa per i lotti della zona artigianale è ricaduta quasi interamente sui proprietari. Nel caso “Bahiahybe”, molti si chiedono: se anche il Consiglio di Stato si pronuncerà contro il Comune, chi risarcirà i titolari, che hanno investito molto?

«La sentenza per il “Bahiahybe” ha annullato un parere della Sovrintendenza, non la concessione demaniale dei titolari, e ad oggi non conosco ricorsi al Consiglio di Stato. Comune, Sovrintendenza e legali potranno trovare una soluzione per far riaprire presto l’attività. La sentenza sull’esproprio della zona artigianale è a svantaggio sia dei concessionari che del Comune, e stiamo cercando di attenuare il disagio».

Quali sono i prossimi progetti per il paese?

«Il 27 marzo inaugureremo la Cittadella delle associazioni. Stiamo proseguendo i lavori per la riqualificazione del centro urbano, completando la pista ciclabile di via della Principessa e il progetto di tutela dell’arenile del centro urbano. Fra i prossimi passi, vi saranno la Variante della Tenuta e l’adozione del nuovo piano strutturale. Stiamo poi lavorando al rinnovo della certificazione Emas e alla candidatura per la Bandiera Blu 2011. Ultimi punti, ma non per importanza, i progetti nei settori cultura, spettacolo, sport, sociale e scuola.

PAOLO FEDERIGHI

Il Tirreno 9.3.2011