Rimigliano – Le 20 osservazioni del Comitato per Campiglia

VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO PER LA TENUTA DI RIMIGLIANO

OSSERVAZIONI

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Sono 20 le osservazioni alla variante per la tenuta di Rimigliano presentate dal Comitato per Campiglia. Il Comitato chiede innanzitutto che la variante, il Pamaa (Piano aziendale di miglioramento agricolo ambientale) e il regolamento Anpil (Area naturale protetta di interesse Locale) siano approvati insieme.

E che il Pamaa «diventi parte integrante della variante, con un piano economico dell’azienda agricola». Il Comitato sostiene che nei 650 mq per l’attività agricola «non vi siano comprese – si legge – abitazioni rurali, pur passando dalle attuali 3.318 alle 14.959 ore di lavoro», e richiede di «riservare volumi per abitazioni rurali e per il conduttore dell’azienda e ridurre la superficie deruralizzabile».

Il Comitato osserva poi che «il Pamaa – si legge – prevede un ampliamento del parco macchine, sistemi di stoccaggio dei cereali, un pescheto, attività faunistica, punti di ristoro, ippovia, ciclovia, percorsi didattici, ecc. Tali funzioni – prosegue il documento – necessitano di annessi da individuare nelle superfici esistenti. Si chiede quindi che le superfici deruralizzabili siano ulteriormente ridotte».

Nel documento si chiede di escludere il podere Poggettino-Contessa Lea – in cui è previsto l’albergo di 6.000 mq – dall’area da deruralizzare per le residenze, e che la previsione di 150 posti letto per l’albergo «sia motivata – si legge – da un piano economico che garantisca una resa composita (attività agricola, faunistica, turistica, ecc.) e la sopravvivenza dell’azienda». Il Comitato ritiene un aggravio per la collettività la cessione al Comune di 260.000 mq di fascia boscata, aggravio «rappresentato – secondo il Comitato – dalla manutenzione di un’area così vasta», e chiede al Comune che «espropri le aree private nel parco a mare», e «nell’ottica di consolidare il parco a mare», che «espropri l’edificio abbandonato in località Nido dell’Aquila, addebitando alla tenuta i costi di esproprio e ristrutturazione e lasciando a questa la disponibilità dell’ex scuola materna».

Il gruppo ritiene i parcheggi pubblici previsti presso le fasce boscate «in contrasto con i criteri di salvaguardia ambientale», per cui l’ipotesi «va annullata – afferma il Comitato – studiando un assetto del viale della Principessa meno invasivo».

Nel documento, si richiede «un approfondimento del valore degli edifici, in modo da conservare anche quelli che hanno un significato nella storia rurale della tenuta. E’ inaccettabile – prosegue – in un piano che vuole recuperare e tutelare l’ambiente, demolire più del 75% dei fabbricati esistenti». Un no è espresso anche allo spostamento dei volumi demoliti, e pianificati con «edilizia – sostiene il Comitato – che non rispetta la tradizione rurale toscana».

PAOLO FEDERIGHI

Il Tirreno 9.1.2010

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