Rimigliano, si estende il fronte del no
E’ ormai folto il gruppo di chi si oppone al piano della Tenuta di Rimigliano, che prevede la costruzione di 180 appartamenti, un albergo da 18mila metri cubi, parcheggi, piscine. Venerdì sera, in piazza Unità d’Italia a San Vincenzo, oltre 200 fra cittadini e turisti si sono riuniti per partecipare all’iniziativa “Salviamo Rimigliano”, organizzata da Forum, Comitato per Campiglia, Giù le mani da Baratti, Uniti per Suvereto, Legambiente Val di Cornia, Comune dei Cittadini e Rifondazione comunista Val di Cornia-Elba.
Durante l’iniziativa, hanno aderito al movimento dei contrari al piano anche Italia Nostra, la Rete di Alberto Asor Rosa, Fabbrica di Niki, Comitato Acqua pubblica, Comitato antinquinamento, Sinistra per Castagneto, Domenico Finiguerra, “Stop al consumo di territorio” e Grig (Gruppo di intervento giuridico), che ha preannunciato azioni legale.
Nicola Bertini e Massimo Zucconi hanno illustrato la storia recente dell’area, il piano e le osservazioni della Regione, che tale piano ha criticato duramente. Secondo Zucconi, «occorre mettere mano con urgenza al nuovo piano strutturale di San Vincenzo, confrontarlo con le strategie di governo degli altri Comuni, con i nuovi indirizzi del governo regionale e assumere decisioni coraggiose, coerenti con la tutela della funzione agricola e del paesaggio».
Gli architetti Massimo Cionini e Alberto Primi hanno centrato l’attenzione sull’importanza dell’agricoltura, presentando esempi di tenute toscane considerate modelli di turismo ed economia legati all’ambiente e sviluppo di agricoltura e allevamento.
Il garante della Regione Morisi: «Partecipazione necessaria per la trasparenza»
L’intervento che più ha colpito è stato quello del professor Massimo Morisi, garante della partecipazione per la Regione. «Il governo del territorio in Toscana – ha detto – vive tensioni legate ad appetiti speculativi. I progetti sembrano orientati a sperare che la costa toscana si posizioni su una fascia aristocratica dell’offerta turistica. Ebbene, questa fascia alta è più facilmente intercettabile con la qualità e la naturalità dei parchi e con la loro valorizzazione agricola, o con l’aggiunta di ville alle villette dell’ultimo ventennio?».
«Rimigliano – ha aggiunto – è un gioiello italiano, un bene di tutti. I Comuni hanno responsabilità decisionali che vanno al di là dei loro confini, proprio per il valore dei beni che sono chiamati ad amministrare. Questo è un problema istituzionale al quale la classe politica di questa regione è chiamata a porre rimedio».
Circa la necessità della partecipazione cittadina, Morisi non ha dubbi: «Rimigliano – ha detto – presenta un’alta conflittualità, dovuta alla legittima preoccupazione per quanto a questo bene comune potrebbe capitare. Un’efficace partecipazione civica è la via maestra. E’ bene che i cittadini richiedano un percorso partecipativo pubblico per discutere le controdeduzioni che il Comune presenterà alle osservazioni, molto penetranti, di Regione e altri soggetti».
«E l’ora che i tavoli tecnici siano trasparenti. Qualunque sia la decisione finale occorre che i cittadini possano monitorare la messa in opera del progetto, e che la discussione pubblica su osservazioni e controdeduzioni sia un’occasione per valutare scelte e alternative. Se così sarà – ha concluso – Rimigliano, come Baratti, potrà costituire un tassello importante perché la partecipazione diventi pratica reale di governo del territorio».
PAOLO FEDERIGHI
Il Tirreno 10.7.2011
Relazione di Massimo Zucconi (capogruppo della lista civica Comune dei Cittadini):
Bravissimi, continuate così. Rimigliano è un bene “pubblico” incommensurabile (e così tutti i parchi della val di Cornia)! La spiaggia “libera” è un bene prezioso incommensurabile, dove si incontrano “aristocratici”, ma soprattutto “popolo”, gente che non ha voglia di essere imbrigliata in steccati precostituiti ed ha il diritto ad un mare “libero”, senza ombrelloni fissi che cancellano la spiaggia. E le nuove costruzioni non servono: ci sono i “borghi storici” che vanno ripopolati, altrimenti vanno in rovina.
Giancarlo.
Il giorno 12/lug/2011, alle ore 15.02, Manzo Raffaella ha scritto:
Buongiorno,
Non conosco tanto Rimigliano, ma dalle foto e dal video mi sembra straordinariamente bello, conosco comunque la Maremma nella quale sono stata tanti anni fa ed allora fu verametne una rivelazione talmente era bella e lo stesso vale o valeva per l’Italia. Ora invece devo dire che, non oso quasi più tornare a rivedere luoghi da me un tempo visitati, perché soffro troppo nel vedere come sono stati deturpati dalla costruzione di insulse villette, di strade con relativi svincoli, di capannoni e altre oscenità.
Perché per soldi, che finiranno nelle tasche dei soliti noti, devastare questa bellezza? I nostri amministratori non detengono la proprietà dei territori che amministrano, e li devono consegnare nelle mani dei loro successori avendone cura e salvaguardandoli da ogni speculazione. Inoltre sono tenuti a prendere in considerazione la volontà di chi li ha eletti. Ma che cosa si nasconde dietro? Quali interessi si vogliono affermare?
Il territorio è un bene importantissimo, l’agricoltura è una importante risorsa ed è anche una tutela del paesaggio.
Per una volta fermiamoci e riconfermiamo la salvaguardai di questi luoghi.
Giù le mani da Rimigliano vincoliamo a parco tutta l’area. In questo modo sarà un bene prezioso di tutti!
In ogni caso, la magistratura deve intervenire, perché a mio avviso non è tutto chiaro!
Cordiali saluti.
Raffaella Manzo
Da anni conosco e amo san Vincenzo , i parchi della Val Cornia. Non amo frequentare le spiagge attrezzate, ma le spiagge selvagge dove sulle dune si può fotografare il giglio, dove si sente il profumo dell’elicriso. Rimigliano, la Sterpaia sono i (miei, nostri) luoghi sacri.Devono rimanere tali; le colate di cemento soffocano ormai campi, spiagge, verde, animali. Per l’avidità di pochi, la scorrettezza di amministratori rischiamo di perdere definitivemente quei gioielli naturali che rimangono a noi e alle future generazioni.
LO scempio dell’ambiente è il risulato del MALE POLITICO.
“Il male politico è la scissione tra il potere e la conoscenza del bene “(Platone).