Risposta a Mario Giannullo: “Sottosviluppo” (pubblicato sulla stampa)

Il comunicato di Mario Giannullo, responsabile enti locali Federazione PD, è un interessante esempio di difesa senza se e senza ma della casta degli amministratori locali e dei loro satelliti. La lettera è piena di informazioni distorte e fuorvianti per chi la legge.

Il fatto che ci sono voluti sette anni per arrivare alla Variante al Regolamento Urbanistico che la maggioranza del Comune di San Vincenzo ha adottato non è una giustificazione ad andare avanti comunque, ma semmai è ragione di censura per amministratori e tecnici che hanno impiegato un tempo lunghissimo per partorire un aborto di piano attuativo.

Giannullo dovrebbe dire ai lettori che i Consigli Comunali sono aperti a tutti ma che nessuno del pubblico, sempre scarsissimo, può intervenire; dovrebbe dire che le assemblee sono state due, una nel 2008 ed una nel 2010 che più che momenti di partecipazione sono stati un vernissage ove si sono visti porzioni di documenti e progetti dopo una opportuna censura.

Giannullo dovrebbe anche dire che i volumi sono stati ridotti rispetto a quanto previsto da un regolamento urbanistico precedente scandalosamente fatto su misura delle richieste del tristemente noto Callisto Tanzi.

Dovrebbe anche dire che il vantato recupero dell’esistente consiste nel demolire tre quarti dei volumi esistenti annullando tutte le architetture minori testimonianza della storia della tenuta. Giannullo dice che sulle costruzioni non è ammesso il frazionamento e che quindi viene mantenuta l’identità della tenuta dimostrando di non conoscere neppure il significato del termine “identità”. Tutte queste mezze verità rendono sicuro il responsabile degli enti locali della completa identità di vedute del comune di San Vincenzo e della Regione. Una affermazione del genere dimostra che le osservazioni della Regione,  pesanti e lapidarie, non sono state neppure lette.

Con tutto questo Giannullo ha il coraggio di parlare di “scelte coraggiose” quando si tratta invece di un raffazzonato tentativo di evitare i ricorsi, da parte dei curatori fallimentari e da parte dei nuovi proprietari, che avrebbero forse comportato l’unica vera scelta coraggiosa: annullare tutte le previsioni urbanistiche predatorie ammesse sulla Tenuta di Rimigliano.

Ma questo Giannullo non lo dice, e sapendo che quanto afferma è ben poco giustificabile, per confondere le acque ricorre allo sputare veleno sui cittadini, sui processi partecipativi previsti e promossi da leggi della Regione e all’accusare tutti quelli che la pensano diversamente dal Sindaco, e sono tanti, di volere delegittimare le istituzioni democraticamente elette che evidentemente, come appunto dice Berlusconi, in quanto elette hanno sempre ragione.

Siamo veramente indignati dell’arroganza di gente che sputa sulla cultura e si arroga il diritto di dire quale è la verità rivelata accusando chi non è d’accordo di eresie politica, accusa alla quale seguirà, immagino, secondo una tradizione collaudata, il rogo.  Così facendo si contribuisce ad affossare la nascita di un diverso modo di fare politica di sinistra e francamente non mi pare che questo paese se  lo possa permettere.

Campiglia Marittima 25-07-2011

Alberto Primi
Comitato per Campiglia

 

Per memoria, l’intervento di Mario Giannullo (Il Tirreno 24.7.2011):

“Come Partito democratico intendiamo non smarrire la strada dell’interesse generale per lo sviluppo sostenibile di questo territorio e in questo quadro declinare tutte le scelte di governo che i nostri Comuni sono chiamati a fare.
Con questa premessa vogliamo entrare nel merito del piano della tenuta di Rimigliano. Per prima cosa riteniamo necessario fare un breve excursus della vicenda e rinfrescare la memoria a coloro che non ricordano o che non vogliono ricordare il percorso di un progetto del quale si discute da ben sette anni e che ha trovato nella attuale formulazione il giusto equilibrio sociale ed ambientale. Un percorso che si è articolato attraverso sedute consiliari e assemblee pubbliche alle quali tutti i cittadini hanno avuto la possibilità di partecipare ed esprimere la propria opinione e che è servito ad orientare le scelte dell’amministrazione.
Ricordiamo che le volumetrie del progetto sono state notevolmente ridotte, così come è stato notevolmente ridotto l’uso del suolo. E’ stato concesso il recupero dell’esistente, è stata data la possibilità di realizzare un nuovo albergo di alta qualità con l’obbligo del mantenimento dell’unità agricola.
Sulle costruzioni non è stato consentito il frazionamento, pertanto verrà mantenuta l’identità della tenuta. Questi contenuti prefigurano il recepimento delle osservazioni formulate dalla Regione e si configurano come il segno evidente di quel processo di allineamento ed integrazione della pianificazione urbanistica del Comune di San Vincenzo rispetto a quella degli altri Comuni della Val di Cornia.
Queste sono “decisioni coraggiose” che sono state assunte dall’amministrazione di San Vincenzo che non si è sottratta al confronto ma che, tenendo presente l’importanza di quest’area, si è posta il problema della sua salvaguardia sapendo bene, però, che per difendere una porzione pregiata di territorio occorre affiancare alla tutela di un’area anche la sua valorizzazione, utilizzando la leva degli investimenti privati per riqualificare quelle aree e quelle strutture attualmente in degrado.
Tutto questo può essere ignorato solo da chi preferisce speculare politicamente su questa vicenda anziché porsi l’obiettivo di risolvere i problemi nell’interesse della nostra comunità.
Abbiamo ragione di ritenere che una politica che si limita ad evocare i problemi, agitandoli senza mai risolverli e che utilizza il tema della partecipazione come una bandiera ideologica, prefigurando l’apertura di discussioni infinite senza mai produrre una decisione cercando di delegittimare le istituzioni democraticamente elette, sia il prodotto di una “cultura” cresciuta negli anni del berlusconismo, della quale prima ci liberiamo e meglio è per tutti.”
Mario Giannullo (responsabile enti locali Federazione Pd)

e su La Nazione del 13.7.2011

Sulla stampa:

SU RIMIGLIANO IL COMITATO ATTACCA L’ESPONENTE PD
«Ma quali scelte coraggiose? Giannullo nasconde la verità»
La difesa di Rimigliano da parte del Pd? Altro non è che «un interessante esempio di difesa senza se e senza ma della casta degli amministratori locali e dei loro satelliti». Il duro attacco al Partito Democratico e in questo caso a Mario Giannullo responsabile degli enti locali della Federazione Pd, arriva dal Comitato per Campiglia. Giannullo in un intervento che abbiamo pubblicato alcuni giorni fa, sosteneva, in sintesi, che su Rimigliano l’amministrazione di San Vincenzo ha preso «decisioni coraggiose». «Il fatto che ci sono voluti sette anni per arrivare alla Variante al Regolamento urbanistico che la maggioranza del Comune di San Vincenzo ha adottato — incalza il presidente Alberto Primi — non è una giustificazione ad andare avanti comunque, ma semmai è ragione di censura per amministratori e tecnici che hanno impiegato un tempo lunghissimo per partorire un aborto di piano attuativo. Giannullo dovrebbe dire ai lettori che i Consigli comunali sono aperti a tutti ma che nessuno del pubblico, sempre scarsissimo, può intervenire; dovrebbe dire che le assemblee sono state due, una nel 2008 ed una nel 2010 che più che momenti di partecipazione sono stati un vernissage ove si sono visti porzioni di documenti e progetti dopo una opportuna censura. Giannullo dovrebbe anche dire che i volumi sono stati ridotti rispetto a quanto previsto da un regolamento urbanistico precedente scandalosamente fatto su misura dalle richieste del tristemente noto Callisto Tanzi. Dovrebbe anche dire che il vantato recupero dell’esistente consiste nel demolire tre quarti dei volumi esistenti annullando tutte le architetture minori testimonianza della storia della tenuta».
E ancora: «Giannullo dice — continua Primi — che sulle costruzioni non è ammesso frazionamento e che quindi viene mantenuta l’identità della tenuta dimostrando di non conoscere neppure il significato del termine «identità». Tutte queste mezze verità rendono sicuro il responsabile degli enti locali della completa identità di vedute del comune di San Vincenzo e della Regione. Una affermazione del genere dimostra che le osservazioni della Regione, pesanti e lapidarie, non sono state neppure lette. Con tutto questo Giannullo ha il coraggio di parlare di «scelte coraggiose» quando si tratta invece di un raffazzonato tentativo di evitare i ricorsi, da parte dei curatori fallimentari e da parte dei nuovi proprietari, che avrebbero forse comportato l’unica vera scelta coraggiosa: annullare tutte le previsioni urbanistiche predatorie ammesse sulla Tenuta di Rimigliano. Ma questo Giannullo non lo dice, e sapendo che quanto afferma è ben poco giustificabile, per confondere le acque ricorre allo sputare veleno sui cittadini, sui processi partecipativi previsti e promossi da leggi della Regione e all’accusare tutti quelli che la pensano diversamente dal sindaco. Siamo veramente indignati dell’arroganza di gente che sputa sulla cultura e si arroga il diritto di dire quale è la verità rivelata accusando chi non è d’accordo di eresie politica».
m.p. La Nazione 26.7.2011

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