Risposta al PD sul rapporto tra cava di Monte Calvi e Parco di san Silvestro

Non ci è chiaro a chi replichi la federazione del PD. Il Comitato per Campiglia non ha mai proposto la chiusura della Cava di Monte Calvi. Se esistono convenzioni stipulate prima dell’apertura del parco queste devono essere rispettate. Le abbiamo lette e, se fossero state rispettate, molti dei problemi che si stanno registrando potevano essere evitati. A partire dalla scadenza della coltivazione, che risultava fissata al 2014, e dalla destinazione del calcare estratto a Monte Calvi, che doveva essere limitata al solo stabilimento siderurgico di Piombino. Nelle convenzioni ci sono anche obblighi  per tutelare il territorio limitrofo e le abitazioni da polveri e rumori, così come quelli di effettuare contestuali ripristini ambientali.

Ma nella realtà le cose sono andate diversamente. Dopo l’apertura del parco i termini per la cessazione della cava sono stati prorogati fino al 2018, la vendita del calcare è stata completamente liberalizzata (il 75% del calcare estratto va oggi sul mercato nazionale), i ripristini sono del tutto sproporzionati rispetto alle coltivazioni. Questi sono i fatti. Perché non si risponde a questo invece di usare sempre la parola “strumentale”?

Per le polveri basta osservare la zona tra Botramarmi e il Monte Calvi: un sito protetto dalle direttive comunitarie di Natura 2000 che per lunghi periodi dell’anno diventa un territorio “bianco”. Per i rumori basta chiedere a chi ha operato nel parco e a chi abita nei dintorni: tutti denunciano un massiccio incremento a partire dal 2006. Non crediamo che il vecchio gestore dell’ostello abbia interessi politici a denunciare questa situazione; caso mai gli interessi politici (purtroppo anche quelli del  Comune, che riesce solo ad accusare il gestore di attacchi strumentali) sembrano orientati ad occultare questo dato. Perché si vuole negare l’evidenza?

 

Sussistono gravi dubbi anche sui piani di coltivazione che il Comune ha approvato dopo l’apertura del parco. Li abbiamo richiesti e quando li avremo valuteremo la loro rispondenza ai principi delle convenzioni iniziali, alle norme urbanistiche e alle leggi.

Ci chiediamo perché sindaco e partito democratico, così solerti a difendere le cave, tacciono su un bene pubblico a rischio come il parco di San Silvestro. Eppure per realizzare il Parco si sono spesi soldi pubblici, che sono serviti a valorizzare i beni culturali e riqualificare il paesaggio. Perché di questo non parlano mai il Sindaco di Campiglia e il PD? E’ sconcertante. Sembra quasi che in quel territorio il parco ci stia a dispetto dei santi. Che le cave c’erano prima del parco lo sappiamo anche noi, come sappiamo che altre sono state fatte chiudere. Ma il Comitato per Campiglia chiede semplicemente che alle Cave di Campiglia vengano fatte rispettare le regole, che siano fatti rispettare gli accordi iniziali, che siano fatti davvero i ripristini e che il parco pubblico non sia subordinato agli interessi privati dell’attività estrattiva.

Comitato per Campiglia

21 gennaio 2008

Questo comunicato è stato pubblicato su la Nazione del 23 gennaio e su il Tirreno del 24.