Risposta del Comitato per Campiglia a Mauro Marini

DAGLI ALL’UNTORE

Le parole di Mauro Marini riportate sulla stampa dimostrano ancora una volta quanto a sproposito e strumentalmente venga usato il termine “politico”.

Il fatto che i cittadini decidano di volere affrontare direttamente un problema sul territorio è certamente un atto politico ma non si traduce necessariamente e direttamente in una scelta partitica.

Il caso del movimento per Baratti lo dimostra chiaramente, visto che è costituito da persone che alle elezioni hanno probabilmente votato partiti diversi, dentro e fuori dalla maggioranza di governo del Comune di Piombino.

Semplicemente queste persone non riconoscono nel Piano Particolareggiato di Populonia e Baratti la soluzione corretta per un tema così importante.

Le sintesi fornite da SOCIOLAB su quanto è emerso ai tavoli dimostrano inoltre che una maggioranza schiacciante dei partecipanti ha messo in discussione le scelte del Piano chiedendo di rivederle approfondendo prima di tutto gli studi che fino ad oggi sono stati trattati in maniera superficiale.

Viene allora il dubbio che , pur di non riconoscere le critiche , il sig. Marini preferisca cercare da qualche parte un diffusore di peste ideologica, dando così una connotazione negativa e pericolosa a tutti quelli che dissentono su uno dei tanti temi portati avanti dall’Amministrazione

Campiglia Marittima  28-12-2010

Comitato per Campiglia
Il presidente Alberto Primi

Sulla stampa:

IL COMITATO PER CAMPIGLIA: «Baratti, dissentiamo ma non siamo untori»

Il presidente del Comitato per Campiglia Alberto Primi (nella foto) replica all’intervento di Mauro Marini su Baratti. «Il fatto che i cittadini decidano di volere affrontare direttamente un problema sul territorio – afferma – è certamente un atto politico, ma non si traduce necessariamente in una scelta partitica. Il caso del movimento per Baratti lo dimostra, visto che è costituito da persone che alle elezioni hanno probabilmente votato partiti diversi».

«Semplicemente – prosegue Primi – queste persone non riconoscono nel piano di Baratti la soluzione corretta per un tema così importante. Le sintesi fornite da Sociolab dimostrano, inoltre, che una maggioranza dei partecipanti ai laboratori ha messo in discussione le scelte del piano. Viene allora il dubbio – conclude – che Marini preferisca cercare da qualche parte un diffusore di peste ideologica, dando così una connotazione negativa e pericolosa a tutti quelli che dissentono».

Il Tirreno 29.12.2010

 

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