Risposta del Comitato per Campiglia a Valerio Fabiani

Purtroppo le parole di Fabiani non fanno che confermare la linea politica del PD di questi ultimi anni, esplicitando come l’idea dello sviluppo economico sia quella di srotolare tappeti rossi a chiunque porti soldi.

La politica perde così il suo ruolo di guida, di indirizzo degli investimenti pubblici e privati verso ciò che ritiene giusto per tutta la popolazione, favorendo solo degli interessi  particolari e privati.

Si dimostri infatti dove interventi privati speculativi di questo genere hanno portato le aspettate ricadute economiche sul territorio.

Purtroppo questo modo di ragionare dimostra l’incapacità degli amministratori locali di immaginare un futuro economico e sociale basato sulla valorizzazione delle risorse locali.

Incapacità tecnica di impostare progetti lungimiranti che sappiano tutelare il bene comune e generare occupazione qualificata.

Baratti e Rimigliano costituiscono un unicum di bellezza naturale e di complessità del paesaggio costruito nei secoli dall’azione dell’uomo.

Abbiamo un patrimonio inestimabile, che avrà sempre più valore come elemento di richiamo per il turismo, che va difeso e valorizzato.

Immagino tantissime attività che si potrebbero svolgere all’interno di questi parchi, dall’escursionismo in bici e a cavallo, all’agricoltura biologica a marchio Parchi Val di Cornia, alle visite subacquee ai relitti.

Non mi riesce di pensare agli alberghi in riva al mare, alle spiagge private e al turismo di lusso. Per me sono luoghi la cui più grande ricchezza è proprio il fatto di essere pubblici e fruibili da tutti, e penso che dovrebbe essere così anche per un partito che continua a definirsi di sinistra.

Ancora una volta prevale una visione logora e fallimentare, secondo la quale si genera occupazione con l’edilizia.

Ma perchè invece di fare piani urbanistici che sono chiaramente la trasposizione di interessi privati, sparsi a macchia di leopardo sui territori non si riesce ad avere un’idea globale, innovativa, rivoluzionaria come fu negli anni 70 stralciare le previsioni edificatorie? All’interno di questa visione dovrebbero poi inserirsi gli investimenti privati!

L’urbanistica è per definizione scienza multidisciplinare, ma nella variante al Regolamento Urbanistico di Rimigliano e nel Piano particolareggiato di Baratti non ci sono archeologi, naturalisti, paesaggisti, economisti, agronomi, studi sull’erosione, sul traffico. C’è solo ed esclusivamente l’indicazione di dove si costruisce. Questo rende le scelte ingiustificate ed aleatorie, e svilisce una nobile disciplina nella quale in Val di Cornia siamo stati all’avanguardia in altre epoche.

Perché i politici non si occupano di capire per quale motivo abbiamo dei devastanti fenomeni di erosione e di rimediare invece che pensare a come far arricchire un privato facendoci perdere un bene collettivo?

Mi chiedo se lo strumento dell’esproprio sia stato cancellato da qualche legge recentemente? Pare che non sia più considerato come alternativa per acquisire beni di valore per la collettività.

Questa a mio avviso non è politica ne urbanistica, è piegarsi al mercato senza dare indirizzi. Il PD dovrebbe accorgersene, anche guardando ai risultati delle primarie, e ai sondaggi.

O sparirà presto, cancellato dalla rabbia e dall’insoddisfazione di tanti cittadini che non si sentono più rappresentati.

Massimo Cionini

Membro del Direttivo Comitato per Campiglia

19 novembre 2010

Sulla stampa:

«Il Pd del cemento non ci rappresenta»

Piombino, Massimo Cionini del Comitato: «Progetti solo per l’edilizia»

«TANTI cittadini non si sentono più rappresentati dal Pd». È la dura replica di Massimo Cionini del Comitato per Campiglia, alle parole del neo segretario del Pd Valerio Fabiani, pubblicate su La Nazione, soprattutto quando si riferiva al sostegno che «è giusto dare a chi investe in questo territorio».

«Purtroppo le parole di Fabiani non fanno che confermare la linea politica del Pd di questi ultimi anni, esplicitando come l’idea dello sviluppo economico sia quella di srotolare tappeti rossi a chiunque porti soldi. La politica perde così il suo ruolo di guida, di indirizzo degli investimenti pubblici e privati verso ciò che ritiene giusto per tutta la popolazione, favorendo solo degli interessi particolari e privati. Si dimostri infatti dove interventi privati speculativi di questo genere hanno portato le aspettate ricadute economiche sul territorio.

PURTROPPO questo modo di ragionare dimostra l’incapacità degli amministratori locali di immaginare un futuro economico e sociale basato sulla valorizzazione delle risorse locali. Incapacità tecnica di impostare progetti lungimiranti che sappiano tutelare il bene comune e generare occupazione qualificata».

Si riferisce a Baratti? «A Baratti, a Rimigliano, territori che costituiscono un unicum di bellezza naturale e di complessità del paesaggio costruito nei secoli dall’azione dell’uomo. Abbiamo un patrimonio inestimabile, che avrà sempre più valore come elemento di richiamo per il turismo, che va difeso e valorizzato».

Che proposte ha per questi territori? «Immagino tantissime attività che si potrebbero svolgere all’interno di questi parchi, dall’escursionismo in bici e a cavallo, all’agricoltura biologica a marchio Parchi Val di Cornia, alle visite subacquee ai relitti. Non mi riesce di pensare agli alberghi in riva al mare, alle spiagge private e al turismo di lusso. Per me sono luoghi la cui più grande ricchezza è proprio il fatto di essere pubblici e fruibili da tutti, e penso che dovrebbe essere così anche per un partito che continua a definirsi di sinistra. Ancora una volta prevale una visione logora e fallimentare, secondo la quale si genera occupazione con l’edilizia. Ma perchè non si riesce ad avere un’idea globale, innovativa, rivoluzionaria come fu negli anni 70 stralciare le previsioni edificatorie? Nella variante al Regolamento Urbanistico di Rimigliano e nel Piano particolareggiato di Baratti non ci sono archeologi, naturalisti, paesaggisti, economisti, agronomi, studi sull’erosione, sul traffico. C’è solo ed esclusivamente l’indicazione di dove si costruisce. Questa non è politica nè urbanistica, è piegarsi al mercato senza dare indirizzi».

La Nazione 21.11.2010

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