Risposta del presidente del Comitato per Campiglia a Maurizio Berrighi

Alberto Primi

“Proponiamo un incontro tecnico per conoscere il valore della Tenuta di Rimigliano”

Vorrei fare alcune considerazioni in merito alla lettera del Sig. Berrighi presidente della Rimigliano s.r.l..
Sono d’accordo con i Sigg. Berrighi, Antinori, Pecci e Marchi/Falk che lamentano la lentezza e latitanza dell’amministrazione del Comune di San Vincenzo nel portare avanti la questione Tenuta di Rimigliano. E’ evidente che un imprenditore deve potere avere tempi certi e brevi per potere attivare le proprie operazioni. E’ evidente che le lentezze dell’Amministrazione hanno portato gli acquirenti della tenuta a cadere dentro il processo recessivo generale e dell’edilizia in particolare.

Quello che è chiaro è prima di tutto il fatto che tutto il male nasce dal fatto che il Comune abbia a suo tempo accettato acriticamente le richieste del sig. Callisto Tanzi credendo un re Mida quello che si è rivelato un distruttore dei risparmi di migliaia di persone.

Quindi il sig. Berrighi e soci dovrebbero indignarsi non contro chi ha denunciato allora e denuncia oggi l’errore macroscopico di programmazione urbanistica, ma quella Amministrazione che accettò allora e continua a portare avanti l’errore.

Infatti il Comune, visto il crac Tanzi e l’inconsistenza dei miraggi proposti, avrebbe dovuto immediatamente provvedere a riportare la situazione urbanistica a quella che era di fatto : una tenuta agricola sulla quale operare con gli strumenti esistenti cioè facendo un PPMAA corretto, individuando le strutture non più necessarie ad uno sviluppo aziendale, individuando tra queste gli edifici nei quali si poteva fare agriturismo e altre attività integrative dell’agricoltura e quelli che potevano essere ceduti per finanziare la ristrutturazione dell’azienda.

Il sig. Berrighi sottolinea le riduzioni apportate alle previsioni iniziali dalla Variante adottata dal Comune che però ammette destinazioni molto meglio vendibili ( case invece di RTA) e richiama il fatto che la Variante al Piano Strutturale al quale si rifà la Variante al Regolamento urbanistico adottato, che cancellò con un colpo di penna la destinazione rurale degli edifici esistenti, era stato approvato in Regione (in un periodo nel quale i criteri della gestione del territorio dell’Assessore Conti erano purtroppo molto diversi da quelli attuali).

Il sig. Berrighi ricorda poi che da studi commissionati dalla RIMIGLIANO s.r.l., la Scuola S. Anna di Pisa, Nomisma, il prof. Italo Insolera e l’arch. Mauro Campa non hanno rilevato aspetti negativi nelle ricadute socio-economiche.

Il sig. Berrighi sostiene poi che il valore della Tenuta di Rimigliano non avrebbe superato €6.000.000,00 senza le previsioni immobiliari. Su questo aspetto gradiremmo che il sig. Berrighi mettesse a disposizione la perizia fatta dall’Arch. Angelo Neri redatta su disposizione del giudice delegato ai fallimenti del Tribunale di Parma e che è alla base della vendita all’asta della Tenuta.

Il Comitato per Campiglia non ha una “irragionevole e precostituita sistematica avversione e resistenza al nuovo” così come non fa parte di quelli che “falsamente ammantati da buoni propositi, nella sostanza poi nulla hanno a che fare con la buona politica, il buon governo, l’ecologia, lo sviluppo sostenibile, la gestione del territorio, l’interesse della collettività” ma ha sempre adottato il criterio di affrontare i problemi senza ricorrere a frasi fatte ma partendo da dati ed informazioni certe e verificabili. Poiché gli studi citati dal Berrighi e la perizia citato nell’Atto di cessione di quote sociali, non sono mai stati resi pubblici, gradiremmo che i Sigg. Berrighi, Antinori, Pecci e Marchi/Falk li mettessero a disposizione di tutti e magari promuovessero un incontro tecnico con i progettisti del PPMAA e della Variante, con la Regione , con la Provincia, gli esperti citati e quanti hanno presentato osservazioni al Regolamento, per approfondire i dati forniti e valutare il futuro reale della Tenuta.

Magari l’incontro potrebbe essere fatto all’interno della tenuta, gioiello sconosciuto ai più, per poter discutere sul posto, con elementi informativi certi e possibilmente senza tutta quella retorica autocelebrativa, fuorviante ed abbastanza populista che caratterizzano alcuni passi della lettera pubblicata.

Ringrazio dell’attenzione ed invio auguri di buon lavoro .

Campiglia Marittima 04-08-2011

Comitato per Campiglia
Alberto Primi

Leggi anche: Rimigliano, Berrighi racconta la sua verità 3.8.2011

Sulla stampa:
«Un incontro tecnico per conoscere il valore della Tenuta» Ecco la poposta che viene lanciata a Maurizio Berrighi da parte del Comitato per Campiglia
Il Comitato per Campiglia lancia una proposta a Maurizio Berrighi: promuovere un incontro tecnico per conoscere il futuro e il valore della Tenuta. «Sono d’accordo con Berrighi, Antinori, Pecci e Marchi/Falk che lamentano la lentezza e latitanza dell’amministrazione del Comune di San Vincenzo – evidenzia il presidente Alberto Primi riferendosi all’articolo pubblicato su La Nazione il 3 agosto – nel portare avanti la questione Tenuta di Rimigliano. E’ evidente che un imprenditore deve potere avere tempi certi e brevi. Quello che è chiaro è prima di tutto il fatto che tutto il male nasce dal fatto che il Comune abbia a suo tempo accettato acriticamente le richieste di Callisto Tanzi. Quindi Berrighi e soci dovrebbero indignarsi non contro chi ha denunciato allora e denuncia oggi l’errore macroscopico di programmazione urbanistica, ma quella Amministrazione che accettò allora e continua a portare avanti l’errore. Infatti il Comune avrebbe dovuto immediatamente provvedere a riportare la situazione urbanistica a quella che era di fatto: una tenuta agricola sulla quale operare con gli strumenti esistenti, individuando le strutture non più necessarie ed edifici nei quali si poteva fare attività integrative dell’agricoltura e quelli che potevano essere ceduti per finanziare la ristrutturazione dell’azienda».

«Berrighi sottolinea le riduzioni apportate alle previsioni iniziali dalla Variante adottata dal Comune che però ammette destinazioni molto meglio vendibili (case invece di Rta). Ricorda poi che da studi commissionati dalla Rimigliano srl, la Scuola Sant’Anna di Pisa, Nomisma, il prof. Italo Insolera e l’architetto Mauro Campa non hanno rilevato aspetti negativi nelle ricadute socio-economiche. Sostiene che il valore della Tenuta non avrebbe superato 6 milioni di euro senza le previsioni immobiliari. Su questo aspetto gradiremmo che Berrighi mettesse a disposizione la perizia fatta dall’arch. Angelo Neri redatta su disposizione del giudice delegato ai fallimenti del Tribunale di Parma e che è alla base della vendita all’asta della Tenuta. Poiché gli studi citati dal Berrighi e la perizia citato nell’Atto di cessione di quote sociali, non sono mai stati resi pubblici, gradiremmo che Berrighi, Antinori, Pecci e Marchi/Falk li mettessero a disposizione di tutti e magari promuovessero un incontro tecnico, con la Regione, la Provincia, gli esperti citati e quanti hanno presentato osservazioni al Regolamento, per approfondire i dati forniti e valutare il futuro reale della Tenuta. Magari l’incontro potrebbe essere fatto all’interno della tenuta».
La Nazione 7.8.2011

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2 pensieri su “Risposta del presidente del Comitato per Campiglia a Maurizio Berrighi

  1. Forse al sig. berrighi sfugge (o non vuol ricordare) che non c’era nessuna convenzione firmata al momento della vendita all’asta della tenuta. non ricorda neanche che all’asta parteciparono in due, la sua società e lazzi. la società poggettino si assicurò la tenuta con un’offerta di qualche centinaio di migliaia di euro superiore, ma le previsioni erano ancora dell’albergone che poi è scomparso (chissà perché) dalle previsioni. subito dopo l’acquisto le previsioni del comune sono cambiate. è un caso o l’albergone parmalat era ormai ritenuto antieconomico dai nuovi proprietari? e se lazzi avesse saputo che le previsioni potevano cambiare si sarebbe lasciato sfuggire l’affare per poche centinaia di miglia di euro su un valore di alcune decine di milioni?

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