Rossi blocca il piano di Rimigliano: le reazioni

Ci sono due chiavi
di lettura per la clamorosa bocciatura del piano di Rimigliano a poche ore dalla pubblicazione sul Burt, il bollettino urbanistico della Regione Toscana che ne avrebbe sancito l’entrata in vigore. La prima, più superficiale, è quella delle baruffe politiche: l’assessore Anna Marson gliela aveva giurata al sindaco Michele Biagi quando l’amministrazione sanvicenzina aveva fatto spallucce alla richiesta di ulteriori chiarimenti urbanistici sul recupero dei poderi della Tenuta ex Parmalat da trasformare in villette. E siccome il presidente Enrico Rossi non si vuole (o non si può) permettere tensioni in giunta con l’Idv, alla fine ha aperto la porta ad una ulteriore verifica attraverso la rilettura del progetto tramite la commissione paritetica interistituzionale.
Un passaggio che già dal nome della commissione, si capisce che sarà lungo e periglioso. E dopo otto anni di attesa, siamo punto e a capo nel segno della peggiore tradizione burocratica. Ma c’è anche un’altra chiave di lettura, più sostanziosa, legata alla crisi generale economica con cui l’ Italia e la Toscana stanno facendo i conti.

Ormai lo hanno capito anche i sassi: il modello di sviluppo basato sulla speculazione edilizia delle seconde case al mare, siano tristi villette a schiera con minuscoli giardini condominiali, o ben più lussuose costruzioni in stile casale toscano con piscina e Mercedes d’ordinanza parcheggiata nel cortiletto inghiaiato, produce pochissimi posti di lavoro. Certo, può far arricchire molto una ristretta fascia di persone, ma lascia a bocca asciutta tantissimi giovani.
Magari l’agricoltura di qualità, come insegna Bolgheri con il vino, potrebbe essere un’idea non peregrina. E per questo, per non perdere definitivamente il contatto con la realtà, già molto labile, forse Rossi ha dato una sterzata all’ultimo momento, dando ragione ai Comitati e all’opposizione e bocciando il Pd della Val di Cornia. Una decisione che deve essergli costata, ma anche un messaggio chiaro del quale non si potrà tener conto. Per il Comune, comunque, una «bòtta» di non poco conto…
La Nazione 10.03.2012

«Vergogna la politica del rinvio». Valtriani: «La non scelta della Regione allunga ulteriormente i tempi»
«Caso Rimigliano: per l’ennesima volta la politica ha scelto di non decidere». Il direttore della Cna Marco Valtriani commenta così, con toni risentiti, “la scelta-non scelta della Regione Toscana che allunga ulteriormente i tempi di un progetto che avrebbe portato concretamente sviluppo sostenibile, in un settore trainante come il turismo di qualità, ad una Val di Cornia morente».
«In questa regione– continua Valtriani – in questo territorio, non sono ancora bastati otto lunghi anni di incontri, di lavori, di progetti, per decidere.

La politica si è persa in discussioni infinite e in posizioni di principio, senza curarsi dei danni veri che si stanno facendo ad una Val di Cornia completamente priva di qualsiasi idea di sviluppo. Nei dati reali sulle aziende locali che abbiamo recentemente diffuso alla stampa, abbiamo evidenziato un crollo negli investimenti del 95 per cento, l’occupazione ai minimi storici, il fatturato in calo verticale e prospettive zero: questo non basta ancora alla politica per assicurarsi un investimento privato di ben 65 milioni di euro, circa 6 anni di lavoro per 130 addetti del settore costruzioni appartenenti a ditte esclusivamente locali, 60 nuovi posti di lavoro a regime fra parte recettiva e parte agricola. E’ roba da matti! Lo slogan della campagna elettorale di questa Giunta era ‘Toscana avanti tutta’: adesso è ‘Toscana indietro tutta».

«Coloro che hanno osteggiato, demonizzandolo, questo progetto – aggiunge il direttore della Cna – dovranno ora spiegare quale alternativa di sviluppo è secondo loro fattibile su quel territorio, ma non con ‘aria fritta’, con progetti e soldi veri, indicando anche di chi, perchè ritengo che gli attuali investitori – ed anch’io farei la stessa cosa – si ritirino dall’intera operazione. Spazio adesso ai ‘filosofi del campato in aria’ ed ai ‘professionisti del fare con i soldi degli altri».

«Ora quindi si facciano avanti la Regione Toscana, l’Idv ed i vari comitati per acquistare l’area e realizzare concretamente i loro progetti, ma senza pescare nelle tasche dei contribuenti. Non ne possiamo più di discorsi, di contrarietà a priori in difesa dei propri orticelli. Basta con il rincorrere le chimere ed i mille comitati per paura di decidere o con la ricerca di consensi a fini esclusivamente propri! La Val di Cornia, la nostra provincia e la Toscana hanno bisogno e subito di scelte di sviluppo, sostenibili ma realizzabili: i troppi discorsi non portano nè soluzioni, nè investimenti, nè occupazione, ma solo miseria».
m. p. -La Nazione 10.03.2012

La federazione sinistra-verdi appoggia la Regione. «Ottima la scelta di attivare la conferenza paritetica»
«
Bene la decisione della Giunta regionale di attivare la conferenza paritetica interistituzionale». A sostenerlo è il gruppo consiliare in Regione della Federazione della sinistra – Verdi.
«La scelta della Giunta riguardo del futuro della tenuta di Rimigliano nel Comune di San Vincenzo è una decisione sulla quale esprimo grande soddisfazione – ha dichiarato il capogruppo Monica Sgherri – una scelta quella della Giunta Regionale che premia tutti coloro – cittadini, associazioni.. e anche noi, che fra l’altro a livello di Consiglio Regionale avevamo presentato un’interrogazione proprio per valutare questa direzione – che l’avevano sollecitata.

Fra i vari aspetti della vicenda su cui infatti deve essere fatta chiarezza – conclude il capogruppo Sgherri – vi era tutta la questione del computo delle volumetrie concesse, a nostro avviso assolutamente sproporzionate».
La giunta regionale si è avvalsa anche del parere dell’Avvocatura che ha confermato i profili di contrasto tra le previsioni del comune e i contenuti del PIT, in particolare con quelli della “Scheda paesaggio” n. 23 relativa alla tutela dei valori paesaggistici e rurali della Val di Cornia. Una scelta, ha ricordato da parte sua il presidente Rossi, che va nella logica della condivisione e della maggiore tutela degli aspetti ambientali e paesaggistici dell’area e del suo carattere rurale.
La Nazione 10.03.2012

Sindaco e Pd: a Rimigliano uno stop politico
C’è il sindaco di San Vincenzo, Michele Biagi, che non si arrende allo stop della Regione (con l’attivazione della conferenza paritetica) al piano per Rimigliano e ha già dato incarico ai suoi legali di studiare la legittimità della delibera regionale di giovedì per, nel caso, «portare tutto in tribunale». E c’è un problema politico: con la direzione territoriale del Pd Val di Cornia che ieri sera ha discusso del caso Rimigliano e oggi farà uscire un documento che dicono «sarà molto pesante nei confronti della Regione» (non si sa se mirato a Rossi o a chi ha proposto l’impugnazione della variante di Rimigliano: l’assessore regionale all’urbanistica Anna Marson, vicina all’Idv,
ndr).

«Non mi sembra — dice Biagi — che le posizioni di alcuni sindaci o di alcune federazioni del Pd siano sulla stessa linea del presidente (il tema è quello delle alleanze, con il Pd toscano che guarda all’Udc e Rossi che invece punta a sinistra, ndr). Il problema è politico e non riguarda solo noi. Ma se il problema politico si deve risolvere con qualcuno che ha potuto mettere la bandierina del vincitore su San Vincenzo allora sia almeno chiaro che si è persa una occasione importane di sviluppo. Noi alla Regione avevamo dato la nostra disponibilità a collaborare, quasi al limite del commissariamento». La conferenza paritetica comincerà prestissimo i suoi lavori. Sarà presieduta dalla stessa Marson e targata quasi tutta Pd con i consiglieri regionali Vincenzo Ceccarelli e Andrea Agresti, i presidenti delle Province di Pisa e Grosseto Andrea Pieroni e Leonardo Marras, l’assessore al territorio della Provincia di Prato Alessio Beltrame, il sindaco di Scandicci Simone Gheri e gli assessori dei Comuni di Grosseto e Viareggio Moreno Canuti e Roberto Bucciarelli.

E se la Cna livornse attacca la Regione c’è da leggere con attenzione la delibera con cui la giunta Rossi ha impugnato il piano. La conferenza paritetica si dovrà pronunciare «sul possibile profilo di contrasto» tra il piano di indirizzo territoriale regionale e la variante di San Vincenzo. La relazione tecnica che accompagna la delibera entra nei dettagli dice anche che il piano approvato «altera in maniera sostanziale l’impianto originario dei nuclei poderali» della tenuta di Rimigliano.
di
Alessio Gaggioli -Corriere Fiorentino 10.03.2012

«A rischio l’investimento a Rimigliano». Berrighi lancia l’allarme dopo lo stop della Regione. Il sindaco si affida ai legali per valutare la legittimità della delibera.
Sarà l’assessore regionale Anna Marson a presiedere la conferenza paritetica interistituzionale. Gli altri otto membri sono quelli nominati a inizio legislatura. I due designati dalla giunta regionale sono i consiglieri Vincenzo Ceccarelli (Pd) e Andrea Agresti (Pdl). I tre membri in rappresentanza delle Province sono Andrea Pieroni (Pd), presidente della Provincia di Pisa, Leonardo Marras (Pd), presidente della Provincia di Grosseto e Alessio Beltrame (Pd), assessore al territorio della Provincia di Prato. I tre membri in rappresentanza dei Comuni sono Simone Gheri (Pd) sindaco di Scandicci , Moreno Canuti (Pd) assessore all’urbanistica a Grosseto, e Roberto Bucciarelli (Pdl) assessore all’urbanistica del Comune di Viareggio.

L’assessore regionale Anna Marson non commenta, il sindaco Michele Biagi affila le armi e si prepara a dare battaglia legale, Nicola Bertini del Forum esulta, l’imprenditore Maurizio Berrighi lancia l’allarme: «Ora il nostro investimento è davvero a rischio». C’è tensione a San Vincenzo dopo la decisone della giunta regionale di rinviare all’esame della commissione paritetica interistituzionale la variante urbanistica della Tenuta di Rimigliano.

Che significa un nuovo stop di diversi mesi e una probabile ulteriore revisione del progetto per la realizzazione di 120 appartamenti e un hotel di 6.000 metri quadrati per 75 camere nella tenuta di 560 ettari lungo la via della Principessa. La proprietà. Quella tenuta finita nel fallimento della Parmalat e acquistata all’asta nel 2004, per 23 milioni, più 7 di debiti, dalla società Rimigliano degli imprenditori Piero Antinori, Gioia Falk, Enrico Pecci e Maurizio Berrighi. «Da parte mia c’è soprattutto una grande delusione – dice Maurizio Berrighi – perché un progetto sia approvato da tutti ci vogliono otto anni e alla fine non si decide nulla, questa è la mummificazione della Toscana. Come fa un investitore che tira fuori milioni ad aspettare otto anni e non essere ancora a nulla? È chiaro che con questo nuovo rinvio l’investimento è a rischio. Adesso valuteremo la cosa con gli altri soci della Poggettino e vedremo».

Il sindaco. Michele Biagi cerca a stento di mantenere la calma, ma non riesce a digerire questa bocciatura da parte della giunta regionale del lavoro di sei anni condotto da lui e dai tecnici del Comune sanvincenzino. «Nella delibera della giunta regionale – dice il sindaco – si parla di possibili incoerenze fra la nostra variante urbanistica e il Piano d’indirizzo territoriale. Possibili incoerenze – rimarca – mi sembra un’affermazione grave, qui si mette in discussione un progetto serio senza essere nemmeno sicuri che ci siano delle incoerenze».

Non è ancora ben chiaro, poi, quale sia all’atto pratico la contestazione all’atto approvato dal Comune. «Bisognerebbe chiederlo alla Marson – sbotta Biagi – da quanto abbiamo capito, viene contestato il modo in cui si recuperano le volumetrie, mentre il dimensionamento del piano non sarebbe in discussione». Un fiume in piena. Ricorda che il Piano per Rimigliano è nato nel 2005 in accordo con la Regione per emendare la precedente previsione, approvata quando la proprietà era ancora di Callisto Tanzi, che vedeva nella tenuta la realizzazione di una residenza turistico-alberghiera di 18mila metri quadrati con un’occupazione complessiva di venti ettari di terreni agricoli. «Oggi la Regione – dice Biagi – sostiene che gli atti che hanno consentito il definitivo annullamento di quel villaggio turistico adiacente al viale dei Cavalleggeri, atti seguiti passo dopo passo in sinergia da Comune, Provincia e Regione, presentano elementi di contrasto col Pit.

Questa è lo strano paradosso che consente a qualcuno di sbandierare come un successo, o peggio come un atto dovuto, la deliberazione della giunta regionale di adire alla conferenza paritetica. È invece la sconfitta del buon senso e del fare bene nel totale interesse pubblico». Legali al lavoro. «Noi possiamo aver sbagliato e se così fosse me ne prenderò la responsabilità – dice ancora Biagi – ma a questo punto verificheremo fino in fondo la legittimità della delibera della Regione e mi difenderò anche se ci vorranno mesi».

Il prossimo passo del Comune, come anticipa il sindaco, sarà appunto quello di mettere in piedi un pool di legati composto dall’avvocato Renzo Grassi e dagli specialisti in materia urbanistica dello studio Gracili di Firenze, per verificare la legittimità della delibera che stoppa il piano e, se ce ne saranno gli estremi,impugnare la delibera regionale aprendo di conseguenza un contenzioso ancora più vasto e complicato.

L’opposizione. Chi esulta, intanto, è Nicola Bertini, capogruppo del Forum del centrosinistra principale oppositore al piano. «Abbiamo accolto con viva soddisfazione – spiega Bertini – la notizia giunta da Firenze. Ciò dimostra che la giunta è stata più forte di ogni pressione da parte di una frangia del Pd e del Comune di San Vincenzo. Cosa mi aspetto? Che la Regione faccia valere atti e documenti affinché si possa far chiarezza sulla montagna di incongruenze e di assurdità del piano, come la trasformazione di voliere e pollai in future abitazioni».
di
Nicola Stefanini -Il Tirreno 10.03.2012

 La politica dopo 8 anni non decide.
Anche sul caso Rimigliano la politica ha scelto di non decidere. Non sono bastati otto anni di incontri, di lavori, di progetti! La politica si è persa in discussioni infinite e in posizioni di principio, senza curarsi dei danni veri che si stanno facendo ad una Val di Cornia priva di qualsiasi idea di sviluppo. Nei dati reali sulle aziende locali che abbiamo recentemente diffuso, abbiamo evidenziato un crollo negli investimenti del 95%, l’occupazione ai minimi storici, il fatturato in calo verticale e prospettive zero: questo non basta ancora alla politica per assicurarsi un investimento privato di 65 milioni di euro, 6 anni di lavoro per 130 addetti del settore costruzioni di ditte esclusivamente locali, 60 nuovi posti di lavoro a regime.

Coloro che hanno osteggiato, demonizzandolo, questo progetto dovranno ora spiegare quale alternativa di sviluppo è secondo loro fattibile su quel territorio, ma non con aria fritta, con progetti e soldi veri, indicando anche di chi, perchè ritengo che gli attuali investitori, e anch’io farei la stessa cosa, si ritirino dall’operazione. Spazio adesso ai filosofi del campato in aria e ai professionisti del fare con i soldi degli altri. Si facciano avanti la Regione, l’Idv e i vari comitati per acquistare l’area e realizzare concretamente i loro progetti, ma senza pescare nelle tasche dei contribuenti. La Val di Cornia ha bisogno e subito di scelte di sviluppo, sostenibili ma realizzabili: i troppi discorsi non portano nè soluzioni, nè investimenti, nè occupazione, ma solo miseria. Marco Valtriani (direttore Cna provinciale).
Il Tirreno 10.03.2012