San Vincenzo deturpata: “Fermate quel cemento” Scrive Salvatore Settis

Illustre signor sindaco di San Vincenzo, da alcuni anni sono cittadino, felice e preoccupato, del Comune di San Vincenzo. Felice per la bellezza del luogo, per la cordialità degli abitanti, per l’aria, il paesaggio, le viste sul mare. Preoccupato, perché non vedo traccia di un progetto sul futuro di San Vincenzo che non sia la spietata cementificazione del suo territorio, e cioè la progressiva distruzione di quella bellezza del luogo che ha indotto me e tanti altri a prendervi casa.

A me risulta che gli abitanti di San Vincenzo siano oggi poco meno di 7.000, cioè circa seicento in meno dei 7.558 che risultano dai dati Istat per il 1981. Eppure, nei 28 anni trascorsi, non si è fatto che costruire! Mi risulta che in territorio di San Vincenzo vi siano 2.756 case “occupate” da residenti, a fronte di ben 3.296 case “non occupate”, cioè seconde case. Il piano strutturale del 1998 stimava in poco più di 3 milioni di metri cubi l’edificato sul territorio comunale, prevedendo un incremento massimo di mezzo milione di mc. Non ho dati aggiornati ad oggi, ma è facile congettura che quel “tetto” sia stato ampiamente superato, e ciò in meno di 10 anni. Mi chiedo se vi siano meccanismi di monitoraggio dell’attuazione di quel piano, e quali. Mi chiedo che cosa si debba prevedere per il futuro, dopo l’edificazione di due nuovi quartieri, dopo l’aggressione selvaggia alle campagne di cui si vedono i “progressi” di settimana in settimana. Il consumo del suolo, che in Toscana ha una media del 4% e in cui la provincia di Livorno, col suo 7.50%, certo non si distingue per virtù, ha a San Vincenzo una punta difficilmente calcolabile, ma presumibilmente intorno al 15%.

Con questa situazione, che a mio avviso già si è spinta troppo oltre, sarebbe ragionevole aspettarsi quanto meno una moratoria. Fermarsi, per non distruggere definitivamente la bellezza dei luoghi. Sento dire invece che nuovi interventi edilizi per 12.500 mc. sono previsti nel parco di Rimigliano. Sento dire che i nuovi progetti della Sua amministrazione comportano “il potenziamento degli assi trasversali e il ruolo del villaggio industriale di San Carlo”, formula che sembra preludere alla costruzione di nuove strade, necessarie alla massiccia cementificazione della splendida zona fra San Carlo e la costa.

Le vecchie cartoline di San Vincenzo che erano in mostra l’estate scorsa mostravano un luogo molto più affascinante, molto più bello, molto più accogliente. E’ quella San Vincenzo che ha attratto qui tanti visitatori, tante persone che hanno voglia di trascorrere qui il proprio tempo. La San Vincenzo di oggi è meno bella, più confusa, più affollata, più rumorosa (lo sarà ancor di più dopo il completamento del porto turistico). Il centro storico è in più punti degradato e mal tenuto, persino la facciata del Municipio è coperta da anni da impalcature sempre più arrugginite e fatiscenti, le campagne sono sempre più affollate di gru, di impastatrici, di ville e villette spesso di bassa qualità architettonica. E’ un processo generale che interessa tutta Italia, anche la Toscana (basta sfogliare in Internet il sito Toscana Infelix). Ma perché San Vincenzo non potrebbe essere una felice eccezione?

Capisco bene che non si può tornare indietro, alle vecchie cartoline e al loro intatto fascino. Ma non sarebbe il momento per una pausa di riflessione? Non sarebbe il momento di innescare una discussione a fondo fra i cittadini, un processo di progettazione dello sviluppo del territorio in termini di qualità dell’abitare e della vita, e non di quantità dei metri cubi edificati? Non si potrebbe pensare a una fase di presa di coscienza, a un concorso di idee per recuperare il recuperabile, per salvare il salvabile? E’ la speranza di un neo-cittadino di San Vincenzo, Signor Sindaco. Spero che sia anche il Suo progetto, in questo scorcio di legislatura e nella prossima.

Salvatore Settis, archeologo, direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, già presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali.

Il Tirreno 7 aprile 2009

La risposta di Michele Biagi, sindaco di San Vincenzo

«Caro Settis, qui si riqualifica…»
«Le aree agricole vengono tutelate dal regolamento»

«Non intendo entrare in conflitto col professor Settis, che è nostro cittadino mi pare dal 2005, cioé grosso modo da quando sono diventato sindaco, né voglio alimentare polemiche. Vorrei solo ribadire le linee di indirizzo portate avanti dalla nostra amministrazione comunale in questi ultimi cinque anni».

Il sindaco di San Vincenzo, Michele Biagi, si dice un po’ dispiaciuto ma non irritato per la lettera aperta che Salvatore Settis, direttore della Scuola Normale di Pisa, gli ha inviato per denunciare la dilagante cementificazione del comune costiero.

Ma soprattutto, Biagi vuole far risaltare la discontinuità fra la sua amministrazione comunale, iniziata nel 2004, e quelle che l’hanno preceduta. «Da quando siamo entrati noi – dice Biagi – abbiamo cercato di portare avanti un modello di crescita che coniugasse ambiente, turismo e cultura; e queste stesse linee saranno alla base del programma elettorale col quale mi ripresento alle prossime elezioni di giugno». Elezioni che Biagi (Pd) affronterà sostenuto da una coalizione composta da Pd, Pdci, Socialisti, Italia dei Valori.

«Dal 2004 a oggi – prosegue il sindaco – la popolazione reale residente a San Vincenzo è aumentata di 300 unità, ora siamo 6.980, e ci sono presenze turistiche non solo in luglio e agosto, ma spalmate durante tutto l’anno. Ci sono più aziende sia turistiche che artigianali, molte si sono riqualificate e lo stesso porto che stiamo andando a completare sarà un elemento di economia reale in più per il nostro paese. Tutto questo – prosegue Biagi – per evidenziare che la politica che abbiamo portato avanti in questi ultimi anni, basata su conservazione, valorizzazione e creazione di opportunità di sviluppo, ha dato i suoi frutti concreti, tutti documentati e facilmente dimostrabili».

Il paese di San Vincenzo, però, è innegabilmente pieno di cantieri. «I tanti cantieri – dice Biagi – sono per costruire appartamenti per veri residenti, giovani coppie, tanti sono per opere pubbliche importanti, per riqualificare il patrimonio urbanistico esistente e per migliorare le nostre strutture turistiche. Il professor Settis si dice preoccupato per eventuali edificazioni nelle zone di campagna, ma vorrei ricordare – prosegue Biagi – che il nostro regolamento edilizio approvato nel 2006 dà lo stop assoluto alle costruzioni in aree agricole. Anche per la tenuta di Rimigliano – dice – bisogna ricordare che quel progetto sta andando avanti in perfetto accordo con gli strumenti urbanistici della Regione, della Provincia e del Circondario della Val di Cornia».

«Infine – è la conclusione di Biagi – aggiungo solo altri due fatti concreti per evidenziare il segno della nostra attività in questi ultimi cinque anni: l’ottenimento della certificazione Emas per il territorio di San Vincenzo e la Bandiera blu per ambiente e turismo».

Il Tirreno

8 aprile 2009

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