San Vincenzo: Più luci che ombre per il porto turistico

E’ stato inaugurato il 13 giugno unitamente al «bronzo» del marinaio installato sulla scogliera, proprio all’imboccatura del porto. Siamo giunti ad un anno di attività o poco più. E’ tempo di primi bilanci, sicuramente non definitivi in quanto siamo a metà stagione ma comunque, è questo il primo anno, «pieno» di attività. In ogni caso, il Porto turistico di San Vincenzo è, possiamo dirlo, una vera «croce e delizia» per un’intera città. Città, perché il porto è un’opera che finisce per interessare non solo San Vincenzo ma un intero comprensorio per i suoi impulsi derivati che riesce a divulgare, anche indirettamente, ad attività imprenditoriali dell’intera Val di Cornia.

Dicevamo «croce» perché, comunque sia, questa realizzazione ha sicuramente cambiato volto ad una cittadina che, per molti aspetti, stando a non poche versioni, ha contribuito a far perdere l’identità per la quale la «ridente cittadina rivierasca dalla sabbia finissima particolarmente indicata per le sabbiature…» era apprezzata ed anche per le peculiari caratteristiche di piccola e graziosa località turistica nata e cresciuta intorno ad un borgo di pescatori… ; ed ancora, il perdere un tratto di arenile nel pieno centro urbano e quindi, anche alla cambiata morfologia marina e, se pure in maniera più pacata, questo è ancora oggetto di dissapori e diatribe.

Delizia perché, comunque sia, San Vincenzo deve guardare al suo futuro ed alla realtà sociale che la circonda con la quale si deve misurare. La cittadina offre una struttura moderna, elegante, funzionale, in grado di ospitare 282 imbarcazioni fino a 27 metri con la possibilità di escursioni, con motonave, alle isole dell’arcipelago offrendo così ulteriori servizi turistici in pieno sviluppo. Poi, cosa che non guasta, esiste una elegante, spaziosa, e sicuramente valida alternativa all’isola pedonale essendo il porto (unico nel suo genere) ubicato in pieno centro storico. In questa sintetica visione, ecco perché la croce e… delizia. Ma, una cosa è certa: il porto è una realtà per San Vincenzo. Ne abbiamo parlato con Raffaella Panichi, responsabile per contro della «Marina di San Vincenzo SpA», della gestione strutturale. «Intanto — inizia la responsabile — possiamo dire di aver raggiunto il 90% di utilizzo dei posti barca disponibili, suddivisi per le varie tipologie e categorie di imbarcazioni e, il rimanente 10% dei 282 complessivi, è utilizzato al transito giornaliero i quali, vengono in questo periodo occupati».

«I posti a disposizione — continua Raffaella Panichi — riescono, ad oggi, a soddisfare le richieste che ci giungono da ogni parte e, per questo, non ci sono sofferenze di tipologie. Poi, possiamo affermare che nel corso di questo primo anno di attività non ci sono state particolari lamentele per la gestione o per i servizi offerti ma, al contrario, esistono dimostrazioni di stima e di elogio per l’aspetto architettonico della struttura, per i servizi che questa offre agli utenti come i parcheggi, un porto in sicurezza sia per la privacy e sia per l’aspetto tecnico essendo le banchine concepite in modo razionale… poi, anche il centro commerciale ubicato all’interno dell’area risulta essere particolarmente frequentato anche dalla gente che ne approfitta per una passeggiata sulle banchine; mi preme ricordare come il «marinaio», ubicato all’estremità della diga foranea, sia oggetto di particolare attenzione da parte di un pubblico sempre più numeroso che apprezza questa opportunità». «Il porto di San Vincenzo risulta particolarmente apprezzato per la sua collocazione nel centro storico e, lo ripeto, nello stesso tempo, la sicurezza che è capace di offrire agli utenti». Una nota particolarmente positiva è anche l’opportunità che è stata data ad una compagnia di navigazione, con l’attracco portuale da utilizzare quale scalo per le gite giornaliere alle isole dell’arcipelago toscano. «Insomma — dice ancora Raffella Panichi — rispetto alle previsioni della vigilia, possiamo tranquillamente affermare che il porto… naviga a gonfie vele».
PIERO BIENTINESI – La Nazione 10.8.2011