Il Comune di Campiglia abbandona la propria autonoma politica sulle cave (Comune dei Cittadini)

Il Comune di Campiglia abbandona la propria autonoma politica sulle cave (Comune dei Cittadini)

La Regione ignora il parere contrario del Comune e approva la richiesta delle società  “SALES” e “Minerali Industriali” per il proseguimento delle attività minerarie a Montorsi e Spinosa. Si tratta di attività che si svolgeranno a cielo aperto, occuperanno 37 ettari di terreno e scaveranno 3 milioni e settecentomila mc. di materiali nei prossimi 10 anni: qualcosa come la metà, circa, delle escavazione autorizzate per 20 anni nella cava SALES di Monte Valerio.  Saranno interessati dalle nuove escavazioni anche terreni della vecchia miniera Maffei recentemente ripiantumati.

Il tutto in palese contrasto con il piano strutturale del Comune che ha classificato quei terreni  come aree naturali protette e ha previsto il divieto di rinnovo delle concessioni di miniera e di cava.

Decisioni condivise anche dalla Regione, che ha approvato il piano strutturale, ed è tenuta a rispettarlo, tanto più se la coltivazione delle miniere, come a Montorsi e Spinosa, presuppone disboscamenti delle colline e grandi opere fuori terra che andranno ad aggravare i pesantissimi impatti delle cave sul nostro territorio.

Ma è ormai palese che leggi e piani sono carta straccia, o meglio valgono solo per i soggetti deboli come i cittadini, le piccole imprese e gli agricoltori. Quando in gioco ci sono grandi interessi economici vale solo una regola: do lavoro e in cambio pretendo di fare quello che voglio.

Una logica aberrante, condivisa dalla Regione e anche dal nostro Comune che, fino ad oggi, ha fatto poco e nulla per prevenire i ricatti occupazionali che, puntualmente, vengono messi in atto dalle aziende estrattive quando si tenta di fargli rispettare regole e piani decisi nell’interesse generale.

Una logica, peraltro, che si basa su una palese distorsione della realtà, visto che oggi l’occupazione non è garantita solo dalle cave e dalle miniere, ma anche da chi si occupa di turismo, di termalismo, di parchi, di agricoltura, agriturismo, ecc.  Tutte attività  penalizzate dalle decisioni di ampliare cave e miniere nelle colline campigliesi.

Non per questo i lavoratori delle cave devono essere lasciati soli. Sosteniamo il contrario. Da anni andiamo dicendo all’amministrazione di non attendere la scadenza delle concessioni per avviare un serio programma di riconversione produttiva di cave e miniere che, ragionevolmente, non potranno proseguire per l’eternità, se non al prezzo della completa distruzione delle colline, degli assetti idrogeologici e dei patrimoni culturali di Campiglia.  Vanno ricercate le condizioni per garantire lavoro e rispetto dei piani di sviluppo di tutti i comparti economici. La storia, anche recente, c’insegna che la monocultura è rischiosa e che sarebbe un gravissimo errore costruire un’economia dipendente dal solo settore estrattivo.

Attendiamo che il Comune faccia sentire la propria voce, valutando anche il ricorso giurisdizionale contro le decisioni della Regione. Nello stesso tempo richiediamo nuovamente l’apertura immediata di un confronto tra istituzioni, aziende e organizzazioni sindacali per pianificare la riconversione produttiva delle cave e delle miniere, con tempi e soluzioni appropriate, ma considerando seriamente tutti gli interessi in gioco e non solo quelli delle aziende estrattive.

Comune dei Cittadini

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