Sì del consiglio comunale al piano delle Cave

Sì del consiglio comunale al piano delle Cave

Il sindaco Rossana Soffritti spiega: «Con la variante consentita solo la fine dei piani di coltivazione, non c’è stata nessuna aggiunta di metri cubi.

In consiglio comunale a Campiglia Marittima è stata approvata la delibera di avvio del procedimento di variante urbanistica per adeguare i piani urbanistici del comune di Campiglia al piano provinciale delle attività estrattive e consentire la fine dei piani di coltivazione già approvati.

 

Non si tratta di una cosa da poco: in ballo, infatti, ci sono una cinquantina di posti di lavoro diretti e altrettanti indiretti, legati quindi all’indotto. In questo momento, per la Val di Cornia, la tutela del lavoro deve essere una priorità, non solo a parole.

Ciò che il consiglio ha approvato è l’inizio di un procedimento che prende avvio da due elementi, coerentemente con quello che il Comune ha sempre affermato: «Il primo – dicono in una nota – deriva dall’obbligo che ha il Comune di rispettare il piano provinciale delle attività estrattive per cui dovremo rivedere la cartografia e le norme interessate. Il secondo non è altro che il primo passaggio formale derivante dall’accordo scaturito dal tavolo di crisi di alcuni mesi fa (novembre 2016) firmato dal Comune, Regione, sindacati, Cna e azienda Cave di Campiglia, in cui sono stati definiti alcuni punti fermi».

«Si consente solo la fine dei piani di coltivazione già approvati – affermato il sindaco Rossana Soffritti – non c’è nessuna aggiunta di metri cubi, ma solo la coltivazione e il ripristino del piano che non è possibile completare entro i termini fissati. Sarà comunque fatta una nuova valutazione e laddove è possibile saranno apportati miglioramenti ambientali nell’escavazione».

In questo modo, come ha argomentato Soffritti, il ripristino della collina è assicurato così come la continuità dell’occupazione, con l’impegno da parte delle istituzioni di definire, negli imminenti piani regionali delle cave, il ruolo delle attività estrattive in Val di Cornia.

«È necessario – ha concluso Soffritti – tener conto del materiale di riuso che dalle nostre parti deve rappresentare una priorità, negli usi che evitano di utilizzare materiale vergine e nel frattempo bonificare aree che possiamo restituire alla produzione è stata la nostra priorità e non di altri».

Cave di Campiglia, che estrae microcristallino, materiale che in Toscana è presente solo qui e non è riproducibile sinteticamente, peraltro destinato a numerose industrie della regione, proseguirà con gli investimenti, in particolare per la risistemazione della collina già sfruttata.

Il Tirreno 30.5.2017

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