Stazione di Campiglia: ancora disagi per pendolari e turisti

Gli ascensori fermi perché manca il collaudo, la biglietteria apre a singhiozzo e le indicazioni esterne sono poco chiare.

Pendolari e viaggiatori, spesso con bagagli al seguito. E, in questo periodo, anche molti turisti. Campiglia Marittima è una stazione classificata sul sito di Rete Ferroviaria Italiana come silver, cioè è medio/piccola ed è caratterizzata da una frequentazione consistente.

Ma l’8 luglio alle quindici la biglietteria è chiusa, fatto questo che, assicurano in molti, accade troppo spesso. E gli ascensori continuano a non essere in funzione.  Rete Ferroviaria Italiana informa che è prevista l’attivazione entro la metà di agosto, «speriamo anche in tempi più brevi, perché è nel nostro interesse che questo servizio parta quanto prima».

Il problema è che manca il collaudo. Questo perché, spiegano, fino a che la ditta che lavora per Rfi non invia tutta la documentazione tecnica necessaria, non è possibile procedere. E’ certo che, nel frattempo, i disagi continuano.

In stazione incontriamo una coppia di persone il cui treno è arrivato sul secondo binario. I due hanno un paio di valigie pesanti. Premono il pulsante per chiamare l’ascensore. «Guardate che non è attivo», viene loro detto. Così sollevano i bagagli e scendono le scale del sottopassaggio verso il binario uno. Poi tornano al binario tre, doppio sollevamento bagagli, quindi.

«Ieri ho aiutato una turista a trasportare la valigia fino al binario uno – dice un tassista -. Ma è normale, succede spesso che, non essendo a regime l’ascensore, diamo una mano nel trasporto anche all’interno della stazione». Sull’accaduto la titolare di un esercizio della zona sottolinea che la turista in questione «aveva dei problemi all’anca ed era piuttosto agitata».

«Io non li ho mai visti funzionare – aggiunge una pendolare -, ci saranno anche procedure burocratiche da risolvere, ma a noi che viaggiamo tutto questo interessa relativamente. Quello che Stazione-biglietteriavediamo è che ci manca un servizio fondamentale». Così le persone si barcamenano in stazione cercando di acquistare un titolo di viaggio dalla biglietteria automatica, che, a volte, legge solo il bancomat e non accetta monete. E fanno del loro meglio per trascinare i propri bagagli.

Intanto i lavori in stazione continuano. Vengono sistemati i cartelloni con la dicitura “Campiglia M.ma”, almeno all’interno, perché fuori le indicazioni non sono molto chiare. E nel sottopassaggio, proprio davanti alla tromba dell’ascensore c’è una recinzione. Ci viene detto che c’è stato un problema con gli scarichi, per cui è stato necessario intervenire. Adesso è risolto, resta da sistemare la pavimentazione, lavoro che, con molta probabilità, sarà ultimato tra lunedì e martedì.

Ascensori, scarichi, biglietterie chiuse o mal funzionanti hanno dato vita a non poche lamentele da parte dei cittadini in uno scalo, quello di Campiglia Marittima, di importanza vitale per il nostro territorio. A questi disagi si aggiungono le lamentele legate alla viabilità, o meglio, alla velocità con cui gli automobilisti attraversano la piazza, di cui Il Tirreno ha già trattato.

«Spesso le macchine sfrecciano velocissime e in molti vanno contromano. Poi c’è chi parcheggia ovunque, sostando il più vicino possibile ai binari, così da poter scaricare i bagagli dall’auto», dice la titolare di un esercizio della stazione.

Sulle varie criticità che caratterizzano la stazione di Campiglia Marittima l’assessore ai lavori pubblici, Vito Bartalesi, fa una distinzione. «Ciò che riguarda l’interno – dice -in particolar modo gli ascensori, non è di competenza del Comune, quindi non possiamo farci niente. Ma posso dire che, nell’insieme, i lavori che sono stati fatti nella struttura sono di pregio.

Per quanto riguarda l’esterno ritengo che le opere realizzate siano molto buone, pur ammettendo l’esistenza di qualche problema. Ma qui subentra il comportamento contrario al senso civico di chi parcheggia in divieto o sfreccia ad alta velocità».

Interno ed esterno della stazione, in mezzo c’è la Polfer. La polizia ferroviaria opera con quattro persone. L’ufficio sembra da tempo destinato alla chiusura, anche se, per ora, non c’è niente di ufficiale. «Senza agenti – dice chi lavora in zona – la stazione sarebbe abbandonata a se stessa. Ma, del resto, sembra già diventata uno scalo di campagna».

Claudia Guarino – Il Tirreno 11.7.2016