Stop a nuovi fronti di cava. La giunta Soffritti boccia il progetto per Monte Spinosa

La giunta Soffritti è contraria all’apertura di nuovi fronti di escavazioni, in particolare a Monte Spinosa. E’ scritto in un documento inviato in Regione, per dire no al rinnovo delle concessioni minerarie delle cave “Botro ai Marmi” e “Montorsi”, di Minerali industriali e Sales.

Le due imprese hanno presentato nelle settimane scorse il progetto che deve essere sottoposto alla procedura di valutazione d’impatto ambientale.

Nel documento approvato dalla giunta campigliese s’invita la Regione, competente in materia, a «tener conto del contesto complessivo in cui le miniere continuerebbero ad insistere per altri quindici anni» sul territorio.
In particolare, la giunta esprime «la necessità di aprire un confronto tra le istituzioni competenti, Regione, Provincia e Comuni per la programmazione e l’autorizzazione delle attività estrattive».

Il no alle cave era già contenuto nel piano strutturale d’area, dove i Comuni ribadirono la loro volontà di limitare il consumo di suolo.
Il Comune di Campiglia vede «il suo scenario paesaggistico seriamente compromesso» tale da «impedire di considerare la possibilità di permettere ulteriori escavazioni», come scrive in una relazione allegata ad una delibera di giunta.
Si cita un dato in particolare per capire la portata del fenomeno: solo nel 2009 sono stati estratti 770mila metri cubi di materiale su un totale di un milione e 500mila metri cubi relativi a tutta la regione.

Il piano presentato dalle due società estrattive prevede che la superficie della concessione mineraria passi dagli attuali 63 ai futuri 37 ettari, con la previsione di un’estrazione complessiva pari a 3 milioni e 370mila metri cubi di materiale, dei quali 2 milioni nell’area della Minerali Industriali spa e un milione 370mila metri cubi nell’area della Sales spa. Il progetto di coltivazione e ripristino si articola in 15 anni ed è distinto in tre fasi, ognuna delle quali dura 5 anni. Prevede la messa a dimora di essenze arboree e arbustive che dovranno dar vita a una zona umida in corrispondenza dell’area del giacimento minerario. Per il Comune di Campiglia, Monte Spinosa «sarebbe interessato da una coltivazione – si legge nel documento – che apre un nuovo fronte e in parte annulla il ripristino già realizzato».

L’amministrazione comunale chiede «una strategia che immagini un futuro in cui l’equilibrio tra tutela del paesaggio, dei beni culturali e lo sviluppo economico si inserisca in una stagione nuova». In pratica si chiede di considerare il futuro del parco archeo-minerario di San Silvestro e di regolamentare la vita delle cave che vi confinano.
KATIA GHILLI – Il Tirreno 8.8.2011

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