Strada statale 398: appello in favore dell’uso di inerti riciclati
del Comune di Piombino
Avv. Francesco Ferrari
E’ di questi giorni la notizia dell’avvenuto finanziamento del secondo lotto della strada 398 che fa seguito a quello per il primo lotto comunicato sulla stampa circa quattro mesi fa.
La notizia, sicuramente positiva dal punto di vista del riassetto infrastrutturale della città e del sistema portuale, ha fatto sorgere nel Comitato per Campiglia la necessità di un approfondimento.
Il Comitato si è sempre battuto, fin dalla sua costituzione nel 2007, per la tutela del paesaggio della Val di Cornia e conseguentemente per la riduzione delle attività di cava, in modo da limitarla alle strette necessità locali e per evitare che la Val di Cornia diventasse il principale polo di produzione di inerti della Toscana, come purtroppo programmato dal Piano Regionale Cave.
In sintesi il Comitato vorrebbe sapere quale sarà il volume di inerti da impiegare nel 1° e 2° lotto della 398 e di questi quale sarà la percentuale di inerti derivanti da riciclo (“materiali riutilizzabili e assimilabili ai materiali di cava: i residui derivanti da altre attività e suscettibili di riutilizzo”).
A tal proposito si ricorda che anni fa già si richiedeva la riduzione di materiale di nuova estrazione prevedendo l’impiego del 30% di materiale riciclabile e che la Comunità Europea prevedeva negli anni successivi di portare la percentuale al 70%.
Sempre nell’ottica poi di tutelare del paesaggio attraverso la riduzione dell’attività di cava, il Comitato vorrebbe chiedere a Lei, come primo cittadino di una città dove in più di cento anni si sono accumulati quantità gigantesche di residui di attività metallurgiche, di farsi promotore presso la Regione Toscana perché sia apportata una modifica alla legge sulle Cave.
La modifica dovrebbe essere formulata in modo da assimilare ai materiali riciclabili utilizzabili (L. 35/2015 art.2 lettera (p) in sostituzione del materiale vergine, anche i residui di lavorazioni, per la parte non inquinanti, come nel caso di Piombino, pressoché unico in Toscana, dei residui delle acciaierie. In questo modo potrebbe essere realizzato un “risparmio” del territorio e un effettivo processo di bonifica, riducendo i materiali accumulati nei decenni.
L’ipotesi sempre sostenuta dal Comitato anche con Osservazioni presentate durante i procedimenti di adozione e di approvazione della legge, e mai recepite, sembra sostenibile viste le esperienze di produzione del TAP da parte di una azienda che è costata più di dieci milioni di euro della Comunità Europea, mai realmente attivata, chiusa e sostituita dalla Soc. RIMATERIA con tutte le ricadute negative ben note.
Ringraziando fin d’ora per una risposta puntuale e sperando nell’accoglimento di quanto da noi suggerito in merito alla legge Cave, il Comitato per Campiglia invia cordiali saluti.
Comitato per Campiglia
Arch. Alberto Primi