Su cave e miniere l’immobilismo del Comune taglia le gambe al futuro e al lavoro

Comunicato della lista civica Comune dei Cittadini

Il Consiglio Comunale, all’unanimità – unica eccezione un consigliere del gruppo PdL –  ha approvato l’ordine del giorno presentato dal “Comune dei Cittadini” che esprime dissenso verso la decisione della Giunta Regionale di consentire la riapertura delle miniere a cielo aperto a Botramarmi e Montorsi su una superficie di 37 ettari dove saranno scavati 3 milioni e 370 mila metri cubi di materiali. Di fatto avremo un’altra grande attività estrattiva a cielo oltre a quelle di Monte Valerio e Monte Calvi.  Saranno nuovamente scavate anche le aree della miniera ex Maffei, già ripristinate in attuazione del piano di coltivazione che scade quest’anno, vanificando così tutte le operazioni di ripristino ambientale già realizzate.

Non sono bastati i pareri contrari della Giunta e del Sindaco che, nella conferenza dei servizi della Regione, ha denunciato gli effetti negativi sul turismo e sul paesaggio delle colline campigliesi.  Non è bastato neppure il piano strutturale che classifica quei territori come aree protette e prevede di ridurre gli effetti negativi delle attività estrattive.

La discussione in Consiglio ha tuttavia fatto emergere giudizi diversi sul modo con cui l’amministrazione comunale ha condotto questa vicenda. Il “Comune dei Cittadini”, pur apprezzando la posizione espressa dal Sindaco nella conferenza regionale, ha criticato il fatto che non abbia sentito il bisogno di coinvolgere il Consiglio. Non lo ha fatto neppure dopo che, alla fine di luglio, era stato presentato un ordine del giorno per consentire al Consiglio di affrontare subito l’argomento. Si è aspettato il 13 settembre, quando erano già scaduti da due giorni i termini per un eventuale ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale che, in ogni caso, Sindaco e maggioranza non intendono proporre; cosa che sarebbe ancora possibile al Consiglio di Stato. Un atteggiamento remissivo non condiviso dal nostro gruppo.

La discussione maggiore c’è stata sui ritardi nell’aprire il confronto con le imprese e le organizzazioni sindacali per avviare concreti processi di riconversione produttiva finalizzati a garantire l’occupazione e il rispetto delle scelte compiute dal Comune per la tutela ambientale, così come richiesto da tempo dal nostro gruppo e previsto da un preciso ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale già a settembre del 2011: una decisione che la Giunta ha fino ad oggi ignorato.

Se il Comune non sarà in grado di esercitare un’autorevole azione di governo sulle cave e sulle miniere, è sin troppo evidente che il ricatto occupazionale, che le imprese metteranno in campo sempre allo scadere di ogni concessione, vanificherà la programmazione comunale, i tentativi di tutelare maggiormente il paesaggio e di  diversificare l’economia. Un atteggiamento rinunciatario che taglia le gambe al futuro del nostro territorio e che, alla lunga, riduce proprio le opportunità di lavoro.

Campiglia 14 settembre 2012

Comune dei Cittadini

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