Sulla cava della Gherardesca percorso trasparente
Scrive Sandra Scarpellini, sindaco di Castagneto Carducci:
Comprendo che Riccardo Mariotti abbia legittime preoccupazioni, rispetto a un progetto su cui ha investito prima ancora di avere la certezza che lo stesso fosse fattibile, ritenendo evidentemente di avere rassicurazioni in merito. Ho quindi massimo rispetto per la sua situazione personale, e imputo a ciò il tenore delle dichiarazioni rilasciate al giornale. Non intendo quindi scendere sul piano della rissa verbale a cui il tono delle medesime potrebbe indurre; intendo però, come sindaco e come ex segretario del Pd, chiarire il reale andamento dei fatti.
Il progetto di riapertura delle cave è stato presentato dalla società Mdm alla precedente amministrazione, ma non è stato oggetto del confronto, né della minima condivisione che un intervento del genere avrebbe necessitato con il gruppo di maggioranza, né con il Pd, partito che sosteneva la maggioranza di governo e di cui ero segretario. Mi attengo solo ai fatti: le Amministrazioni parlano con gli atti e non mi risulta che sia stata data risposta a quella proposta con nessun atto formale o anche solo informale. Rispondo, pertanto, di quanto accaduto in sede politica e amministrativa da quando sono venuta a conoscenza della presentazione del progetto e quindi da quando sono diventata sindaco
È vero che la possibilità di riapertura della cava è stata inserita nel Piano provinciale delle cave, ma è altrettanto vero che Mdm ha presentato il progetto quando il Piano provinciale era solo in corso di approvazione e quindi senza forza di legge, anzi, al momento della presentazione risultava in totale contrarietà al piano strutturale di Castagneto Carducci. Il piano cave della Provincia è stato approvato solo a luglio dello scorso anno. So perfettamente che ciò impone il dovere al Comune di adeguare i propri strumenti urbanistici. È un dovere del Comune e un diritto dell’impresa. Non abbiamo intenzione di sottrarci a un adempimento di legge.
A giudizio del Comune l’adeguamento degli strumenti urbanistici per questo tipo di intervento, evidentemente invasivo, impone l’attivazione della procedura di Valutazione di impatto ambientale e in tal senso abbiamo deliberato. L’impresa ritiene che questo tipo di valutazione non sia necessaria e per questa ragione ha fatto ricorso al Tar; saranno i giudici a stabilire chi ha ragione. Dovremo poi valutare se e in che misura il progetto è conforme a quanto previsto dal nuovo Piano paesaggistico della Regione Toscana rispetto alla riapertura di cave dismesse. Da ultimo, ma certo non per importanza, dovranno essere esercitate le eventuali competenze della Soprintendenza in merito. Se al termine di tutto ciò sarà sancito che il progetto è da realizzare, perché il combinato delle norme non permette di esercitare una valutazione politica contraria, questa amministrazione non potrà che rilasciare i permessi dovuti, nel rispetto della legge e dell’impresa, pur nella totale non condivisione dell’intervento.
Da sindaco, appena presa conoscenza del progetto presentato, ho fatto quello che un sindaco corretto deve fare: informare subito il proprio gruppo di maggioranza e il segretario del proprio partito per favorire un confronto. L’assemblea del Pd ha all’unanimità bocciato il progetto, condividendo le perplessità della giunta. Questa amministrazione e la totalità della maggioranza che la sostiene ritiene quell’intervento estraneo a ogni sviluppo strategico del territorio. Non offre alcun reale contributo all’occupazione ed è l’antitesi della sostenibilità e del rispetto del nostro ambiente, bene primario che nessuno di noi intende ingessare, ma utilizzare con rispetto e lungimiranza.
Quella cava è stata chiusa a seguito di incidente mortale nel 1989 e tentare di camuffarla come un ramo di impresa turistica è davvero fantasioso: di inverno si distruggono la collina e il romitorio e d’estate ci si portano i turisti! Nessun consiglio comunale a Castagneto è stato svolto in merito, ritengo che presto l’argomento in quella sede istituzionale sarà trattato e che altre giunte ancora saranno convocate in materia. Menomale, aggiungerei, nell’interesse dei cittadini.
Io non “stringo accordi” come dichiarato in modo sibillino, esercito piuttosto con serietà il mio ruolo e lo faccio con trasparenza, cercando il massimo confronto, pur nella convinzione delle mie idee. Mariotti dovrebbe aver ben compreso questo negli ultimi e concitati mesi di lavoro intenso, svolto senza clamore, doverosamente e convintamente, per favorire una soluzione positiva alla riapertura del Paradù, quello sì, intervento strategico e volano di economia e occupazione per il territorio.
Il Tirreno 11.4.2015