Sulle cave l’ennesimo impegno a discutere. Per ora sono stati tutti ignorati

Sulle cave l’ennesimo impegno a discutere. Per ora sono stati tutti ignorati

Comunicato della lista civica Comune dei Cittadini:

La maggioranza ha approvato, per la quarta volta in tre anni, un ordine del giorno presentato dal nostro gruppo che impegna la Giunta a discutere in Consiglio delle cave e delle miniere. Fin’ora non lo hanno fatto.  Il problema non è solo formale. Non discutere di cave ha un preciso significato: lasciare che il tempo trascorra per giungere al termine delle concessioni e rinnovarle sotto il ricatto occupazionale.

E’ già accaduto per la miniera della Spinosa e, se non ci saranno iniziative, accadrà così anche per le cave di Monte Calvi e Monte Valerio le cui concessioni scadono rispettivamente nel 2018 e nel 2020.

Nel frattempo la Regione nel 2007 ha approvato indirizzi per quantificare i fabbisogni (che ovviamente oggi sono privi di attendibilità) demandando poi alle Province il compito di fare piani per localizzare le cave. Sono passati 6 anni e la Provincia di Livorno non ha fatto nulla.  Ora annuncia l’adozione di un Piano dicendo che “è stata preceduta da un lungo iter tecnico e politico preliminare che ha coinvolto le autorità locali”. Non sappiamo chi siano le autorità locali, ma di sicuro non lo è il nostro Consiglio Comunale che di questi argomenti non ha mai discusso. A sentire il Sindaco sembra che neppure la Giunta ne sappia molto. Non ci meraviglieremmo però se dopo anni di silenzio decidessero di approvare il piano in fretta e furia riducendo la discussione ad una pura formalità.

Nel frattempo i problemi incombono. Il settore estrattivo ha subito gli effetti della crisi dell’edilizia. Dalle cave, in contrasto con leggi della regione, si continuano a scavare massi per le grandi opere marittime anziché utilizzare i rifiuti industriali vicini al porto di Piombino, nonostante sia stato realizzato con soldi pubblici l’impianto TAP che doveva servire esattamente per questo. La cava di Monte Calvi è stata raddoppiata nel 2004 dopo che era stata trasformata da cava di calcare per la sola industria, com’era in origine, in una grande cava che vende calcare sul mercato nazionale con implicazioni negative sull’ambiente sul futuro produttivo della siderurgia.

Nessuna prospettiva  di riconversione produttiva e occupazionale, neppure parziale, è stata sino ad oggi elaborata dalle imprese o sollecitata dall’amministrazione. Si attende.

Non sappiamo come il piano provinciale affronti questi problemi.  Hanno pubblicato i documenti sul

sito web del Comune solo dopo la nostra  richiesta. Ce li andremo a vedere e faremo le nostre valutazioni, sperando che se ne possa discutere presto in Consiglio. Ma intanto sono stati persi anni preziosi senza che sia stata neppure immaginata qualche prospettiva di riconversione produttiva ed occupazionale.

Comune dei Cittadini

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