Un albergo ex novo a Campiglia? Scelta sbagliata

Un albergo ex novo a Campiglia? Scelta sbagliata

Il Comune di Campiglia Marittima tramite stampa fa sapere di avere approvato in Giunta un Bando in base al quale chiunque possegga aree a ridosso delle mura cittadine o nell’UTOE 2 (verde pubblico, dotazioni urbane, ecc.) potrà candidarsi alla costruzione di un albergo in grado di ospitare fino a 60 persone.

Tutta la vicenda rappresenta un brutto caso di urbanistica contrattata in spregio ai diritti dei cittadini di fare osservazioni in sede di Regolamento Urbanistico non solo sulla generica previsione, ma anche sulla localizzazione e sulla dimensione dell’intervento.

Vorremmo sapere quali sono gli elementi nuovi che fanno ritenere che il centro antico di Campiglia abbia oggi bisogno di un albergo costruito ex novo, quando ci risulta che l’unico periodo in cui la domanda di accoglienza supera l’offerta data dalle numerose piccole strutture ricettive presenti, sono poche settimane di Agosto.

In pratica quindi si permetterà di costruire un nuovo edificio senza sapere se servirà veramente a qualcosa e fortemente impattante con il centro antico. Si tratterà infatti di un edificio che a seconda del livello qualitativo dell’albergo avrà un volume tra mc. 4.500 e mc.6.500 pari a 19-27 appartamenti di quattro stanze.

Il Comune sostiene che il bando è fatto “nella consapevolezza che l’integrazione tra la nuova struttura alberghiera e una quota di posti letto distribuiti diffusamente all’interno del centro storico, possa rappresentare un rafforzamento del tessuto economico-sociale della comunità campigliese”. Al Comitato sembra invece che prima di tutto devono essere messe a punto azioni che facciano venire voglia alle persone di venire a Campiglia (bellissimo luogo per altro meno conosciuto di Suvereto) da tutta Italia e dall’estero, che permettano di utilizzare al meglio quanto già esiste aiutando le imprese che già operano sul territorio a lavorare insieme per attivare pubblicità di livello alto e informazioni molto diffuse, a potenziare il rapporto tra attività termali e il centro antico, e a promuovere il formarsi di quell’albergo diffuso che finalmente la Regione ha regolato e del quale il Comune di Campiglia conosce poco o nulla visto che le motivazioni e caratteristiche dell’albergo diffuso sono totalmente all’opposto di quelle che determinano la realizzazione di un nuovo albergo.

Anche in questo caso l’Amministrazione sta purtroppo dimostrando di navigare a vista e di scegliere le soluzioni più facili per poter dire di aver fatto qualcosa. Ci sembra che il Comune non sia in grado di gestire con strumenti più accurati, approfonditi e attuali il problema di rendere appetibile Campiglia e il suo patrimonio artistico, culturale e paesaggistico, il problema della pubblicizzazione delle sue peculiarità, il problema di potenziare la rete di piccole imprese di accoglienza già esistenti e che potrebbero essere integrate con altre strutture equipollenti o con l’albergo diffuso, recuperando così tante abitazioni inutilizzate da tempo.

Certo il compito non è facile, ma un’amministrazione capace è quella in grado di affrontare i momenti difficili con competenza, preparazione e fantasia anche con i pochi soldi a disposizione. Scegliere la via del mattone e del cemento, oltretutto senza che i cittadini possano mettere bocca e senza che ci sia la certezza che l’albergo duri nel tempo e non tenda a trasformarsi alla prima difficoltà in un condominio di seconde case, è una strada che di certo sembra avere solo la distruzione di un altro pezzo del paesaggio.

Il Comitato nel 2009, rispetto a questa previsione, diceva : “Anche questo nuovo caso denuncia una totale incapacità di affrontare il problema della ricettività turistica in una maniera diversa dalla cementificazione del territorio, dalla acquiescenza alle richieste dei privati senza un vero quadro politico e gestionale di indirizzo e dal rifiuto di attivare forme di ricettività che recuperino realmente un centro storico morto per almeno 9 mesi l’anno dove gli esercizi commerciali continuano a scomparire e dove non si attiva alcuna attività artigianale rivolta al turismo e in grado di realizzare nuovi posti di lavoro.”. E’ triste oggi constatare che a distanza di quattro anni di fronte ad una situazione di abbandono del centro ancora peggiore e in mezzo ad una crisi economica nazionale strutturale, si continui a proporre soluzioni che se erano discutibili allora sono oggi inaccettabili.

Comitato per Campiglia
12 dicembre 2013

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Sulla stampa:

«Costruire un albergo è inutile e dannoso»
 Il Comitato per Campiglia boccia il bando del Comune per la nuova struttura e indica come strada alternativa il rilancio turistico e l’accoglienza diffusa

Il bando del Comune in base al quale chiunque possegga aree a ridosso delle mura cittadine o nell’Utoe 2 (verde pubblico, dotazioni urbane) potrà candidarsi alla costruzione di un albergo in grado di ospitare fino a 60 persone, è «un brutto caso di urbanistica contrattata in spregio ai diritti dei cittadini di fare osservazioni in sede di Regolamento urbanistico non solo sulla generica previsione, ma anche sulla localizzazione e sulla dimensione dell’intervento». Questo il giudizio, altamente negativo, col quale il Comitato per Campiglia bolla l’iniziativa comunale.
«Vorremmo sapere quali sono gli elementi nuovi che fanno ritenere che il centro antico di Campiglia abbia oggi bisogno di un albergo costruito ex novo – argomentano dal comitato presieduto da Alberto Primi – quando ci risulta che l’unico periodo in cui la domanda di accoglienza supera l’offerta data dalle numerose piccole strutture ricettive presenti, sono poche settimane di agosto. In pratica, si permetterà di costruire un nuovo edificio senza sapere se servirà veramente a qualcosa e fortemente impattante con il centro antico. Si tratterà infatti di un edificio che a seconda del livello qualitativo dell’albergo avrà un volume tra 4.500 e 6.500 metri cubi, pari a 19-27 appartamenti di quattro stanze».
Non convincono nemmeno le motivazioni che accompagnano il bando comunale, che la nuova struttura alberghiera servirà a rafforzare il tessuto economico-sociale della comunità campigliese. Per il Comitato, invece, «prima di tutto devono essere messe a punto azioni che facciano venire voglia alle persone di venire a Campiglia, che permettano di utilizzare al meglio quanto già esiste aiutando le imprese che già operano sul territorio a lavorare insieme per attivare pubblicità di livello alto e informazioni diffuse, a potenziare il rapporto tra attività termali e il centro antico, e a promuovere il formarsi di quell’albergo diffuso che finalmente la Regione ha regolato e del quale il Comune di Campiglia conosce poco o nulla».
L’attacco all’amministrazione comunale è diretto, e l’accusa è che sta «dimostrando di navigare a vista e di scegliere le soluzioni più facili per poter dire di aver fatto qualcosa – affermano dal Comitato per Campiglia – Ci sembra che il Comune non sia in grado di gestire con strumenti più accurati, approfonditi e attuali il problema di rendere appetibile Campiglia e il suo patrimonio artistico, culturale e paesaggistico, il problema della pubblicizzazione delle sue peculiarità, il problema di potenziare la rete di piccole imprese di accoglienza già esistenti e che potrebbero essere integrate con altre strutture equipollenti o con l’albergo diffuso, recuperando così tante abitazioni inutilizzate da tempo. Scegliere la via del mattone e del cemento, oltretutto senza che i cittadini possano mettere bocca e senza che ci sia la certezza che l’albergo duri nel tempo e non tenda a trasformarsi alla prima difficoltà in un condominio di seconde case, è una strada che di certo sembra avere solo la distruzione di un altro pezzo del paesaggio».
Il Tirreno 13.12.2013

CAMPIGLIA NON PIACE IL PROGETTO LANCIATO DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
Il Comitato boccia il nuovo albergo «Meglio potenziare le strutture esistenti»

Il Comitato per Campiglia non è d’accordo con il progetto del nuovo albergo. «La giunta comunale ha infatti approvato un bando in base al quale chiunque possegga aree a ridosso delle mura cittadine o nell’Utoe 2 (verde pubblico, dotazioni urbane, ecc.) potrà candidarsi alla costruzione di un albergo in grado di ospitare fino a 60 persone — incalza il presidente Alberto Primi — tutta la vicenda rappresenta un brutto caso di urbanistica contrattata in spregio ai diritti dei cittadini di fare osservazioni in sede di Regolamento Urbanistico non solo sulla generica previsione, ma anche sulla localizzazione e sulla dimensione dell’intervento. Vorremmo sapere quali sono gli elementi nuovi che fanno ritenere che il centro antico di Campiglia abbia oggi bisogno di un albergo costruito ex novo, quando ci risulta che l’unico periodo in cui la domanda di accoglienza supera l’offerta data dalle numerose piccole strutture ricettive presenti, sono poche settimane di agosto».
«In pratica quindi — si aggiunge — si permetterà di costruire un nuovo edificio senza sapere se servirà veramente a qualcosa e fortemente impattante con il centro antico. Si tratterà infatti di un edificio che a seconda del livello qualitativo dell’albergo avrà un volume tra 4.500 e 6.500 metricubi pari a 19-27 appartamenti di quattro stanze. Il Comune sostiene che il bando è fatto “nella consapevolezza che l’integrazione tra la nuova struttura alberghiera e una quota di posti letto distribuiti diffusamente all’interno del centro storico, possa rappresentare un rafforzamento del tessuto economico-sociale della comunità campigliese”; a noi sembra invece che – prima di tutto devono essere messe a punto azioni che facciano venire voglia alle persone di venire a Campiglia da tutta Italia e dall’estero, che permettano di utilizzare al meglio quanto già esiste aiutando le imprese che già operano sul territorio a lavorare insieme per attivare pubblicità di livello alto e informazioni molto diffuse, a potenziare il rapporto tra attività termali e il centro antico, e a promuovere il formarsi di quell’albergo diffuso che finalmente la Regione ha regolato e del quale il Comune di Campiglia conosce poco o nulla visto che le motivazioni e caratteristiche dell’albergo diffuso sono totalmente all’opposto di quelle che determinano la realizzazione di un nuovo albergo».
«Anche in questo caso — conclude Primi — l’Amministrazione sta purtroppo dimostrando di navigare a vista e di scegliere le soluzioni più facili per poter dire di aver fatto qualcosa. E’ triste oggi constatare che a distanza di quattro anni di fronte ad una situazione di abbandono del centro ancora peggiore e in mezzo ad una crisi economica nazionale strutturale, si continui a proporre soluzioni che se erano discutibili allora sono oggi inaccettabili».
La Nazione 13.12.2013

Corriere Etrusco 14.12.2013

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