Un ecomostro divide San Vincenzo – Giannullo difende la giunta

– Settis di nuovo all’attacco: stop al cemento in mezzo alle dune.
– Il sindaco Michele Biagi: vogliamo dare al territorio un’opportunità di sviluppo.
– Ma fa discutere anche la situazione di Rimigliano.

Non c’è pace sul fronte ambientale sanvincenzino. Non da oggi certo, ma da più di 10 anni, dall’avvio dei progetti per il raddoppio del porto e per lo sfruttamento turistico dell’ex tenuta Parmalat, nel bosco di Rimigliano, 560 ettari di terreno agricolo che si apprestano a ospitare un hotel e 180 nuove abitazioni, in pratica seconde case, frutto della ricostruzione di gran parte degli edifici rurali.

Sindaco all’epoca era Carlo Alberto Roventini, che lasciò i due progetti in eredità al successore, quel Michele Biagi, oggi al suo secondo mandato, che ha rivelato doti di incassatore addirittura superiori al suo predecessore, tirando dritto senza tentennamenti nonostante tutto: bandiere nere di Legambiente estate dopo estate, una sparuta ma battagliera minoranza di sinistra, il Forum, a contestare qualsiasi progetto, gli anatemi di intellettuali del livello di Alberto Asor Rosa e Salvatore Settis, durissimi contro la cementificazione di San Vincenzo, in ultimo un comitato di turisti (Robin San), che domenica ha riempito il paese di volantini per denunciare quello che considera solo l’ultimo abuso in ordine di tempo: una palazzina alta dieci metri in costruzione sulle dune del bosco dell’hotel “I Lecci”, a una ventina di metri dalla spiaggia, subito ribattezzata ecomostro.

Dopo giorni di attacchi frontali e polemiche sui giornali, imperturbabile Biagi ha dato la sua spiegazione, più o meno la stessa con cui fin qui ha gestito tutte le questioni ambientali, tra cui vanno citate le autorizzazioni per il villaggio vip Mariva, e gli ampliamenti di Riva degli Etruschi e Garden Club: «Come abbiamo sempre sostenuto in questi anni – dice il sindaco – è nostra intenzione dare opportunità al territorio per favorire lo sviluppo delle attività produttive in ogni campo, ostacolando al contempo la speculazione. L’intervento ai “Lecci” riguarda il recupero di volumetrie facenti parte di un progetto di miglioramento dei servizi del Park Hotel. Il nuovo intervento prevede la stessa destinazione d’uso e l’identica metratura, la commissione ambientale paesaggistica ha approvato il progetto e la Sovrintendenza ha dato parere positivo, la Forestale non ha avanzato nessuna prescrizione».

Atti e pareri che non convincono l’ex direttore della Normale di Pisa, Salvatore Settis, che sul Corriere Fiorentino ha tuonato contro la dependance dei “Lecci”: «Qualsiasi progetto – ha detto Settis – che costruisca a pochi metri dalle dune in quella vegetazione è un delitto. Che il sindaco dica che le carte sono in regola non toglie che concessioni che non dovevano essere date vengano revocate». La palazzina nel bosco è dunque l’ultimo caso che fa gridare all’abuso a San Vincenzo, un paese che in poco più di 10 anni ha cambiato faccia, «con un consumo del suolo – dice ancora Settis – che qui supera il 10% contro la media toscana del 4%».

Ma la partita vera è quella che si gioca a Rimigliano, dove il via alla realizzazione di hotel e appartamenti, sembra davvero alle porte. Dopo che il Comune l’anno scorso ha adottato la variante al regolamento urbanistico con cui è stato deciso di dare attuazione al progetto, numerose sono state le osservazioni di Forum e comitati, ma soprattutto della Regione, che ha posto l’accento sull’impatto paesaggistico, la carenza d’acqua, la realizzazione di seconde case, che sono già oltre tremila contro le 2.700 abitate tutto l’anno. Osservazioni nel merito, quelle della Regione, che però arrivano non solo in ritardo, ma che soprattutto contraddicono le autorizzazioni via via concesse – seppur da giunte diverse – nel lungo iter del progetto. Elementi di cui Biagi e la sua giunta si fanno forti, pronti a presentare nel giro di pochi giorni le proprie controdeduzioni prima di un consiglio comunale che potrebbe essere l’ultimo atto prima dell’esecuzione del progetto.

«Ma Rimigliano si può ancora salvare», dice Massimo Zucconi, ex presidente della Società Parchi e capogruppo di Comune dei Cittadini, lista civica campigliese che fa parte del nutrito gruppo di comitati impegnati nella battaglia contro il progetto Rimigliano. «Il Comune può sospendere le decisioni su Rimigliano – dice Zucconi – mettere mano al nuovo Piano strutturale, confrontarlo con le strategie degli altri Comuni, con i nuovi indirizzi del governo regionale e assumere decisioni coraggiose coerenti con la tutela della funzione agricola e del paesaggio».

CRISTIANO LOZITO
Il Tirreno
13.7.2011 – pagina 10, sezione Toscana

«Ecomostro da demolire. Se non ci pensa il sindaco deve intervenire la Regione»
«Se non ci pensa il sindaco a revocare e demolire l’ecomostro, intervenga la Regione». La richiesta arriva forte e chiara da parte dei «Robin San», cittadini e turisti che hanno denunciato la realizzazione di un edificio all’interno del parco dell’hotel I Lecci a pochi passi dalla spiaggia e che rilanciano, «all’interno del parco c’è anche un “ecomostro gemello” (in regola sicuramente), ma si tratta comunque di un’altra struttura trasformata da manufatto in edificio rosa». Non si placa la protesta dei cittadini, incoraggiati dalla bocciatura senza appello di Salvatore Settis, ex direttore della scuola Normale.

«Il suo messaggio è forte e chiaro – incalzano i Robin San – condivide le stessa considerazioni di noi cittadini e turisti così come è d’accordo sulle nostre conclusioni: se non ci pensa il sindaco a revocare e demolire, intervenga la Regione. Quando ci siamo accorti e abbiamo segnalato l’ecomostro sapevamo già quale sarebbe stata la risposta del sindaco. E’ la solita tiritera che viene propinata da quando è aumentata la cementificazione di questo territorio che ha raggiunto i livelli tra i più alti della Regione e che, senza ritegno sta ancora aumentando se qualcuno non interverrà. Il sindaco di San Vincenzo è ancora in tempo per dare, una volta per tutte, una ‘discontinuità’ rispetto al passato e al ‘suo’ presente».

E poi rilanciano. «Un lavoro simile, da “baracca” a costruzione in cemento più grande, si trova al confine con l’Euroturist ed è una nuova costruzione tutta rosa (davanti al pozzo dei giardinetti). Anche questa è già realizzata, dà meno nell’occhio ed ha certamente un impatto visivo minore ma ci chiediamo quanti ne sono stati tirati su? Al riguardo non chiediamo nessuna risposta o comunicato da parte del sindaco, perché sappiamo che ci direbbe che “ci sono tutte le autorizzazioni da parte di tutti, che è stato recuperato il suolo che costituisce una opportunità per il territorio, creerà posti di lavoro, favorirà lo sviluppo di tutte le attività produttive, ostacolando nel contempo la speculazione».

E i «Robin San» concludono amareggiati: «Non ci stupiamo se la media di consumo del suolo a San Vincenzo è arrivata oltre il 10%. Queste cose sono sorte e proliferano come i funghi, solo che in questo caso è il cemento che soppianta la natura, così come il porto ha mangiato un chilometro di spiaggia».
Maila Papi – La Nazione 13.7.2011

Rimigliano, Giannullo difende a spada tratta la giunta
Su Rimigliano, l’amministrazione di San Vincenzo ha preso «decisioni coraggiose». A sostenerlo è Mario Giannullo responsabile enti locali della Federazione del Pd. Si sta parlando di un progetto «del quale si discute da ben sette anni e che ha trovato nella attuale formulazione il giusto equilibrio sociale ed ambientale inserito in un territorio di pregio – incalza Giannullo – un percorso che si è articolato attraverso sedute consiliari e assemblee pubbliche che è servito ad orientare le scelte dell’amministrazione. Le volumetrie del progetto sono state notevolmente ridotte, così come è stato ridotto l’uso del suolo. E’ stato concesso il recupero dell’esistente, è stata data la possibilità di realizzare un nuovo albergo di alta qualità con l’obbligo del mantenimento dell’unità agricola. Sulle costruzioni non è stato consentito il frazionamento, pertanto verrà mantenuta l’identità della Tenuta. Questi contenuti prefigurano il recepimento delle osservazioni formulate dalla Regione e si configurano come il segno evidente di quel processo di allineamento della pianificazione urbanistica del comune rispetto a quella degli altri comuni della Val di Cornia. Queste sono decisioni coraggiose che sono state assunte dall’amministrazione di San Vincenzo che si è posta il problema della salvaguardia sapendo bene, però, che per difendere una porzione pregiata di territorio occorre affiancare alla tutela di un’area anche la sua valorizzazione, utilizzando la leva degli investimenti privati».
La Nazione 13.7.2011

Foto della costruzione dell’ecomostro