«Un tavolo in Regione sul futuro delle cave»

Il sindaco Rossana Soffritti incontra i lavoratori di Cave di Campiglia e li rassicura sulla tutela dei posti di lavoro.

La discussione sulle cave deve coinvolgere tutti i livelli isituzionali, a partire dalla Regione, fermo restando che i posti di lavoro vanno tutelati fino in fondo. Lo ha detto il sindaco di Campiglia, Rossana Soffritti, ai lavoratori di Cave di Campiglia, i rappresentanti delle Rsu di Unicalce accompagnati dai rappresentanti sindacali in un incontro in Comune insieme agli assessori Bartalesi e Ferroni.

Quello che doveva essere un incontro congiunto richiesto da aziende e sindacati si è svolto invece in due tempi, in prima mattinata con tutti i lavoratori e i sindacati e a seguire con le aziende. «È stata un’importante occasione di confronto nella quale a fronte delle comprensibili preoccupazioni dei lavoratori ho cercato di inquadrare il tema delle attività estrattive esattamente per ciò che è: un tema complesso che ci impone una riflessione a tutto tondo e verso il quale la politica locale cerca di immaginare un futuro di prospettive più innovative, rispettose dell’ambiente nel quale ovviamente questo tipo di attività deve progressivamente assumere un ruolo più residuale. Ovviamente questo non avverrà con tempi immediati e il tema del lavoro resta tra le mie e le nostre priorità. I posti di lavoro e la loro tutela oggi e in prospettiva sono un interesse primario».

I lavoratori hanno precisato come sia giusto scindere le tipologie di materiale estratto quando si parla di possibilità di sostituzione con materiale riciclato, perché il materiale estratto da monte Calvi è di altissima qualità e alimenta i processi produttivi di molte industrie della Toscana.

«A questo proposito a parte il fatto che i posti di lavoro sono tutti ugualmente importanti – ha aggiunto Rossana Soffritti – la mia riflessione è questa: il nostro Comune ha dato tantissimo e può affrontare, insieme al resto della Val di Cornia una discussione che riguardi la nostra filiera produttiva, e mi riferisco alla siderurgia e al materiale necessario al suo futuro sviluppo (che ancora però non conosciamo), ma sul fabbisogno dell’industria toscana e dei fabbisogni generali mi aspetto una discussione che investa l’ambito regionale di programmazione.

In modo più chiaro la Regione si appresta a definire i contenuti e le strategie delle attività estrattive dei prossimi 10 anni nel nuovo Piano Cave, credo che se e quale ruolo debba rivestire questo territorio lo si debba trovare lì dentro e lo si debba definire in contraddittorio con noi. Non ho neanche dubbi sul fatto che lo si farà, anche perché i principi di copianificazione su cui la Regione ha fondato la recentissima leggi urbanistica e il Pit impongono di condividere scelte ben più semplici di questa che riguarda il futuro modello di sviluppo, occupazione, ambiente e paesaggio».

Sulle decisioni da prendere subito sia ai lavoratori che alle aziende il sindaco ha precisato: «Possiamo e dobbiamo adeguarci ai Piani approvati e mi riferisco a quello provinciale, non possiamo accogliere un piano che ipoteca il futuro per oltre 20 anni rispondendo ad una proposta avanzata dall’azienda. Possiamo ragionare su come ci si approccia verso piani di coltivazioni già autorizzati molto indietro e nel farlo anche a breve termine si declina il tema già puntando a ridurre le quantità che rimangono da escavare puntando sull’effettivo fabbisogno, sostenere lo sviluppo del comparto del riciclo dei materiali, compensare il territorio in modo più consistente. La discussione però deve investire in tempi molto brevi tutti i livelli istituzionali».

 

«Il nostro è un prodotto unico in Toscana»

I dipendenti soddisfatti del vertice chiariscono: «Solo noi estraiamo il microcristallino»

Da parte dei lavoratori della Cave c’è una moderata soddisfazione per l’esito dell’incontro con il sindaco Rossana Soffritti. Con i dipendenti c’erano i delegati Ercole Pretolani, Leonello Garfagnini e Andrea Diana. «Ringraziamo il sindaco per la disponibilità ad incontrarci, per averci ascoltato a lungo e per le risposte che ci ha dato. Le abbiamo manifestato le nostre preoccupazioni per i nostri posti di lavoro dopo gli articoli usciti sulla stampa e le abbiamo ricordato che siamo tutti cittadini del Comune. È stata una discussione franca e ci siamo impegnati a rivederci in tempi abbastanza breve».

Le Cave di Campiglia estraggono del resto un materiale (calcare microcristallino) che è unico e esiste solo nel nostro territorio. Questo prodotto è indispensabile e non sostituibile per usi industriali, quali la produzione di calce per la Solvay, nella miscelazione di materiali per la vetrerie, Saint Gobain ad esempio, nei processi di desolforizzazioni (Enel), le neutralizzazioni di processi acidi. Non è un prodotto comune, assimilabile a quello estratto da cave generiche, ma è un prodotto raro con caratteristiche uniche. Un materiale che è essenziale per alcune primarie aziende industriali (Solvay, Knauf, Saint Gobain, Tioxide, Unicalce, Enel) e non deve essere confuso né confrontato con materiali per usi civili.

«Il progetto di Rimateria – dicono ancora – uscito più volte su tutti i giornali, è un progetto valido per il riciclo dei materiali costruzione e altri materiali, e noi siamo estremamente a favore per il bene del nostro territorio. Bisogna precisare però una cosa importante e fondamentale: il nostro calcare microcristallino esiste solo in natura e nella nostra Cava e non può assolutamente essere sostituito da Rimateria. Parliamo di due prodotti completamente diversi e con destinazioni diverse».

I lavoratori sono dunque favorevoli alla proposta della Soffritti di portare la discussione in Regione: «Bene dunque che se ne parli in Regione, perché questa zona può diventare un polo regionale fondamentale per tutta l’industria toscana. Ci sono progetti dell’azienda che è disposta ad investire, pur nel pieno rispetto dell’ambiente e dopo aver valutato bene i fabbisogni locali e regionali. Anche Aferpi, del resto, quando ripartirà in pieno avrà bisogno del nostro microcristallino e se vorrà prenderlo qui avrà grossi vantaggi sul costo dei trasporti».

(g.f.) Il Tirreno 7.10.2015