Una cena alle Lavoriere per salvare la Val di Cornia

Agricoltura, Paesaggio, Parchi: Salviamo la Val di Cornia! All’insegna di questo slogan, che campeggiava a carattere cubitali all’ingresso del piazzale, si è svolta la festa-mobilitazione promossa come ogni anno dagli abitanti delle Lavoriere .

L’11 agosto oltre 100 persone – agricoltori, turisti e cittadini  – si sono riuniti nell’ampio cortile delle Lavoriere, località del Comune di Campiglia situata nella piana tra la stazione ferroviaria, Campo all’Olmo e Poggio all’Agnello. Attorno ad una lunga tavola di prodotti tipici locali e della cucina regionale italiana è stato fatto il punto sulle numerose situazioni critiche: dalla cementificazione di Rimigliano voluta dal comune di San Vincenzo, al piano particolareggiato di Baratti del comune di Piombino, dagli impianti fotovoltaici che hanno già distrutto numerosi ettari di suolo agricolo nei comuni di Piombino, Campiglia e Suvereto, al progetto per ora sospeso di megaolico nella piana, alla centrale a biomasse di Montegemoli e a quella di Suvereto che rischia di alterare l’identità agricola della vallata e di accentuare la crisi idrica.

Nei vari interventi sono state messe sotto accusa le politiche delle amministrazioni locali che non sono state in grado di tutelare l’ambiente e il paesaggio e che con la scusa dello sviluppo non hanno fatto altro che aggravare le condizioni dell’economia e del turismo, già colpite dalla crisi generale. Invece di basarsi sulle vocazioni originarie dei luoghi, i piani urbanistici sembrano ormai privilegiare singoli progetti privati che consumano risorse essenziali come il suolo, l’acqua e il paesaggio. Le fattorie storiche stanno per essere distrutte, riconvertite a usi non agricoli o cementificate, come nei casi di Poggio all’Agnello e Rimigliano. Anche i parchi, che erano stati concepiti come uno strumento di tutela e valorizzazione dei beni ambientali e culturali stanno segnando il passo e hanno perso qualsiasi progettualità positiva. In questo modo anziché favorire il turismo si diminuisce l’attrattività della Val di Cornia, hanno detto i numerosi turisti presenti.

Gli abitanti della zona delle Lavoriere iniziarono la loro mobilitazione cinque anni fa quando , appoggiati dal Comitato per Campiglia, si organizzarono contro la lottizzazione autorizzata dal comune in aperta campagna, dove è stato realizzato l’impianto cementiero ex Betonval e dove il Comune di Campiglia aveva previsto altri impianti industriali. Ormai è diventato un appuntamento fisso per chi vuole salvare il territorio.

Gli abitanti delle Lavoriere
Comitato per Campiglia

Sulla stampa:

Corriere Etrusco 13.8.2012

UNA CENA PER DIFENDERE IL TERRITORIO
Aumentano le ferite al territorio e al paesaggio. L’ultima frontiera è quella degli impianti energetici nelle campagne, insidiate da pannelli fotovoltaici, centrali a biomasse e progetti eolici. Agricoltura, Paesaggio, Parchi: Salviamo la Val di Cornia! All’insegna di questo slogan, si è svolta la festa-mobilitazione promossa come ogni anno dagli abitanti delle Lavoriere . L’11 agosto oltre 100 persone si sono riuniti nell’ampio cortile delle Lavoriere, località del Comune di Campiglia. Attorno ad una lunga tavola di prodotti tipici è stato fatto il punto sulle numerose situazioni critiche: dalla cementificazione di Rimigliano voluta dal comune di San Vincenzo, al piano particolareggiato di Baratti del comune di Piombino, dagli impianti fotovoltaici che hanno già distrutto numerosi ettari di suolo agricolo, Campiglia e Suvereto, al progetto per ora sospeso di megaolico nella piana, alla centrale a biomasse di Montegemoli e a quella di Suvereto. Nei vari interventi sono state messe sotto accusa le politiche delle amministrazioni locali che non sono state in grado di tutelare l’ambiente e il paesaggio e che con la scusa dello sviluppo non hanno fatto altro che aggravare le condizioni dell’economia e del turismo. Invece di basarsi sulle vocazioni originarie dei luoghi, i piani urbanistici sembrano ormai privilegiare singoli progetti privati che consumano risorse essenziali come il suolo, l’acqua e il paesaggio. Le fattorie storiche stanno per essere distrutte, riconvertite a usi non agricoli o cementificate, come nei casi di Poggio all’Agnello e Rimigliano. Anche i parchi, che erano stati concepiti come uno strumento di tutela e valorizzazione dei beni ambientali e culturali stanno segnando il passo e hanno perso qualsiasi progettualità positiva. In questo modo anziché favorire il turismo si diminuisce l’attrattività della Val di Cornia, hanno detto i numerosi turisti presenti. Gli abitanti della zona delle Lavoriere iniziarono la loro mobilitazione cinque anni fa quando , appoggiati dal Comitato per Campiglia, si organizzarono contro la lottizzazione autorizzata dal Comune in aperta campagna, dove è stato realizzato l’impianto cementiero ex Betonval e dove il Comune di Campiglia aveva previsto altri impianti industriali. Ormai è diventato un appuntamento fisso per chi vuole salvare il territorio.
Gli abitanti delle Lavoriere, Comitato per Campiglia
Il Tirreno 14.8.2012

LO SLOGAN DELLA FESTA-MOBILITAZIONE ORGANIZZATI DAGLI ABITANTI DELLE LAVORIERE:
«Agricoltura, paesaggio, parchi: salviamo la Val di Cornia»
All’insegna di questo slogan, che campeggiava a carattere cubitali all’ingresso del piazzale, si è svolta la festa-mobilitazione promossa come ogni anno dagli abitanti delle Lavoriere con il Comitato per Campiglia.
Sabato scorso oltre 100 persone – agricoltori, turisti e cittadini – si sono riuniti nell’ampio cortile delle Lavoriere, tra Campo all’Olmo e Poggio all’Agnello.
Attorno ad una lunga tavola di prodotti tipici locali e della cucina regionale italiana è stato fatto il punto “sulle numerose situazioni critiche: dalla cementificazione di Rimigliano voluta dal comune di San Vincenzo, al piano particolareggiato di Baratti del comune di Piombino, dagli impianti fotovoltaici che hanno già distrutto numerosi ettari di suolo agricolo nei comuni di Piombino, Campiglia e Suvereto, al progetto per ora sospeso di megaolico nella piana, alla centrale a biomasse di Montegemoli e a quella di Suvereto che rischia di alterare l’identità agricola della vallata e di accentuare la crisi idrica” evidenziano.
Nei vari interventi sono state messe sotto accusa le politiche delle amministrazioni locali che “non sono state in grado di tutelare l’ambiente e il paesaggio e che con la scusa dello sviluppo non hanno fatto altro che aggravare le condizioni dell’economia e del turismo, già colpite dalla crisi generale.
La Nazione 14.8.2012