Una conferenza dei servizi Comune-Regione dà il via libera al piano di Baratti prima ancora che sia presentato al pubblico

Una conferenza dei servizi Comune-Regione dà il via libera al piano di Baratti prima ancora che sia presentato al pubblico

Il piano particolareggiato di Baratti (PP), insistendo su aree a vincolo paesaggistico, rientra nell’art. 36 del PIT (Piano di indirizzo territoriale della Regione Toscana) che prevede anche conferenze di servizi in cui gli enti interessati sono chiamati a vagliare i contenuti dei diversi piani. Sorprende però che il Comune di Piombino abbia sottoposto il PP alla conferenza dei servizi prevista dalla normativa regionale prima della sua presentazione pubblica, che sarà il 17 febbraio p.v..

La conferenza dei servizi si è svolta in Regione, in prima seduta, il 20 ott. 2011 e, in seconda seduta, il 13 genn. 2012, nel silenzio più totale: in quell’occasione è stato dato il via libera al PP, pur con significative prescrizioni.

A suscitare qualche preoccupazione è il fatto che nel verbale di tale conferenza – alla quale hanno partecipato i tecnici del Comune e quelli della Regione e della Direzione regionale dei Beni Culturali (era assente la Provincia di Livorno) – si legge che “per il complesso del Casone occorre prevedere interventi di alta qualità alberghiera”. Il riferimento alla destinazione alberghiera contraddice in modo eclatante il percorso partecipativo e la sua restituzione pubblica, durante la quale l’assessore all’urbanistica aveva garantito un uso ‘misto’ e una fruibilità pubblica del complesso. Noi tutti ricordiamo le sue parole: Francardi aveva parlato di adibire il Casone a “locanda Toscana” e “ a botteghe a km 0”.

Se si chiede la partecipazione dei cittadini, come ha fatto in modo coraggioso l’amministrazione di Piombino, non si può poi tradirne i risultati ignorando ciò che il percorso stesso ha prodotto. Noi siamo certamente consapevoli che la legge regionale 1/2005 non obbliga a tenere conto dei risultati del percorso, ma è pur sempre vero che esiste l’obbligo, da parte della giunta, di motivare le scelte e gli eventuali cambiamenti di rotta. Questo è ciò che Giù le mani da Baratti pretende, preoccupato per un modo di procedere che rivela il mancato rispetto delle indicazioni del percorso partecipativo.

Ma ci sono almeno altre due cose su cui Giù le mani richiama l’attenzione.

1 – Dato che il piano è stato sottoposto a ottobre 2011 alla conferenza dei servizi, vuol dire che il documento a quella data era pronto. Giù le mani da Baratti si chiede perché questo documento venga reso pubblico a tanta distanza di tempo dalla sua stesura (5 mesi).

2 – Da quello che finora è stato possibile dedurre, il nuovo PP è, rispetto alla sua prima versione, solo più farcito di documentazione fotografica, ma sostanzialmente immutato nelle linee di indirizzo e nelle prospettive a lunga gittata: nel secondo convegno organizzato da Giù le mani da Baratti (maggio 2011) alcuni esperti di economia avevano fatto notare che il Piano del Comune non prospettava soluzioni finalizzate né a un reale rilancio economico nè a una vera riqualificazione ambientale né a una valorizzazione culturale del territorio di Baratti e di Populonia e che, pertanto, per Baratti e per il suo territorio era progetto sostanzialmente inadeguato. Aspettiamo di vedere le reali previsioni di questo nuovo PP.
Giù le mani da Baratti

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