Una taglia sui vandali di Rimigliano

Il giorno dopo il grave atto vandalico nella tenuta – giù alberi secolari e i capanni della riserva – l’amministratore della Rimigliano srl, Maurizio Berrighi, ribadisce il suo sconcerto per il gesto inspiegabile. Tant’è che la società ha stabilito una ricompensa di 30mila euro a chi darà indicazioni per individuare i responsabili.
Più altri 10mila, una volta trovati i vandali, che saranno devoluti a un ente di protezione e tutela della natura.

Molti i messaggi di solidarietà ricevuti da Berrighi. Pure da comitati e liste civiche di opposizione, che vogliono escludere la correlazione della loro battaglia per la salvaguardia della tenuta con quanto accaduto. «Atto allarmante – spiega il Forum – La perdita per la proprietà e per il patrimonio ambientale è grave. A sangue freddo è del tutto impossibile correlare la battaglia politica che abbiamo fatto e continueremo a fare, con un gesto di devastazione ambientale che non può essere ricondotto in nessuna maniera agli ambienti ipotizzati negli articoli comparsi».

Per il Comune dei Cittadini «quello di Rimigliano è un gravissimo atto vandalico, da condannare senza mezzi termini. Sosteniamo coloro che si battono per la salvaguardia ambientale e storica della tenuta agricola e non per la sua distruzione».

Le reazioni giungono anche da Rifondazione Val di Cornia-Elba: «Il nostro unico interesse – sostiene Rc – è quello di tutelare e preservare un territorio unico da ogni tipo di attacco che possa comprometterlo. Rimane tutta l’amarezza per un danno grave per tutti i cittadini. Barbarie inqualificabile. Nulla c’entra la politica, è evidente».

Ad intervenire con un comunicato congiunto il comitato per Campiglia e il Gruppo d’intervento giuridico: «Condanniamo qualsiasi atto di violenza che attenti alle persone e ai beni materiali. Le manifestazioni violente e criminose non appartengono in nessun modo all’idea di quella vigile lotta per la difesa dei beni culturali, storici e paesaggistici che da sempre contraddistingue la nostra attività».
Paolo Federighi – Il Tirreno 15.10.2011 (sezione Val di Cornia)

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Berrighi: davanti a una devastazione del genere è un dovere fare il possibile per individuare i colpevoli
Taglia sui vandali che nella notte di mercoledì hanno spezzato 8 alberi secolari (6 pini e due lecci, secondo le prime stime) e distrutto tutti i capanni per la caccia al colombaccio costruiti con tanto di ascensore. Poi molti volantini, piccioni da richiamo, morti sugli appostamenti franati a terra. Danno economico di circa 200mila euro, quello ambientale incalcolabile.

Ora la società Rimigliano srl offre una ricompensa di 30mila euro a «chi fornirà notizie decisive sui fatti, nonché utili per l’individuazione dei responsabili».
Chiunque sia in possesso d’informazioni è invitato a rivolgersi ai carabineri di San Vincenzo. Perchè sono i militari della stazione che si occupano dell’indagine.

Dai rilievi nell’area della riserva di caccia vittima dell’incursione, uno spicchio di 35 ettari sul totale dei 560 della tenuta di Rimigliano, sembra che l’azione non si sia svolta nel cuore della notte, ma tra le 21 e le 22 per un tempo limitato e che le motoseghe utilizzate siano state due.
In aggiunta alla ricompensa – sempre alla condizione di trovare i vandali – è stato stabilito un ulteriore contributo riparatorio di 10mila euro «per l’offesa arrecata all’ambiente» da versare ad un ente di protezione e tutela della natura.

Maurizio Berrighi, che dal 2004 guida la cordata di imprenditori – ci sono Antinori, Pecci, Marchi-Falk – che hanno acquistato la tenuta, non si dà pace: «Soprattutto perché – dice – una devastazione del genere impone alla società di fare tutto il possibile per individuare chi ha agito. Per il rispetto che da sempre portiamo a questo magnifico territorio, e che vogliamo avere fino alla fine».

«Rispetto per la natura – conferma – e quello che è stato fatto racconta tutt’altro, è un affronto alla natura stessa che non può essere tollerato. Vogliamo fare quanto possibile, nella legalità più totale. Perché è stata un’azione studiata nei minimi particolari e risolta velocemente. Oltre tutto sia dalla strada che dalla ferrovia era difficile udire il rumore delle motoseghe, in una zona che si trova nel cuore del bosco».

Tanti, nel frattempo, i messaggi di solidarietà: «Vorrei ringraziare quanti mi hanno chiamato – sottolinea Berrighi – Amici, cittadini, il sindaco di San Vincenzo e soprattutto Nicola Bertini dell’opposizione, le sue parole sincere mi hanno toccato».

Che fare ora nella riserva?
«In questi giorni ci sono soprattutto i sopralluoghi dei carabinieri di San Vincenzo – risponde l’imprenditore – Dalla prossima settimana cominceremo a ripulire. Intanto vorremmo ripiantumare altri alberi, abbastanza adulti. Il vuoto è desolante e credo che ci vorrà almeno un secolo perché quella radura torni com’era. Per i cacciatori non so, l’amarezza è tale che non si possono prendere decisioni subito».
CECILIA CECCHI – Il Tirreno 15.10.2011 (sezione Toscana)